Le prospettive. L'Ocse: la crescita globale al 2,7% nel 2023
L’economia globale inizia a mostrare segnali di miglioramento, anche se la ripresa rimane fragile. I prezzi in calo dell’energia stanno aiutando a contenere l’inflazione e a ridare fiato alle famiglie e alle imprese, così come la riapertura della Cina sta consentendo un miglioramento dell’attività globale. Allo stesso tempo, l’inflazione “core”, calcolata senza tenere conto di prezzi energetici e dei beni alimentari, resta persistente e gli impatti degli alti tassi di interesse nel mondo stanno avendo ripercussioni sui mercati finanziari e sull’immobiliare. Sono le considerazioni contenute nel rapporto sulle prospettive economiche globali dell’Ocse, diffuso stamani, secondo cui la crescita globale del Pil dovrebbe ridursi nel 2023 al 2,7% dal 3,3% del 2022, prima di rialzare la testa con un +2,9% nel 2024. Nelle economie del G20, gli esperti del Ocse prevedono un calo dell’inflazione dal 7,8% del 2022 al 6,1% del 2023 e al 4,7% del 2024.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Ocse prevede una crescita del Pil nel 2023 all’1,2%, rispetto al 3,8% del 2022, e un +1% nel 2024. Gli economisti fanno notare come l’alto tasso di inflazione stia erodendo le entrate delle famiglie, anche se, spiega il rapporto, i risparmi degli italiani restano ampi e tali da poter stimolare la domanda interna. Per l’Ocse, le riforme strutturali saranno “la chiave per sostenere la crescita e ridurre il debito”.