L'intervista. «Formazione a supporto delle piccole e micro imprese»
Egidio Sangue, direttore di FondItalia
Egidio Sangue è il direttore di FondItalia, Fondo paritetico interprofessionale per la formazione continua, con oltre 128mila imprese aderenti di cui l’89% micro imprese. Di recente ha appena deliberato sei milioni di euro come dotazione economica iniziale a supporto delle pmi in Italia nel 2021.
Come mai questo vostro impegno?
La pandemia ha cambiato il nostro modo di lavorare e sta spingendo anche le micro e piccole imprese a trasformarsi e a valutare canali alternativi di vendita e di distribuzione. Le misure di distanziamento fisico e il protrarsi dell’emergenza sanitaria spingono alla digitalizzazione anche gli imprenditori più riluttanti che sono ormai consapevoli della necessità di nuove competenze in tal senso.
Che tipo di formazione sosterrete?
L’abbiamo articolata in sei sportelli a durata annuale: uno ogni due mesi per facilitare una programmazione a lungo termine delle attività formative e assicurare tempi ridotti per l’erogazione del finanziamento. Sosterremo tutte quelle attività di formazione volte all’aggiornamento e al mantenimento delle competenze, all’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, allo sviluppo delle abilità personali, all’introduzione di elementi di innovazione tecnologica, all’incremento della conoscenza del contesto lavorativo e delle competenze linguistiche, al supporto all’internazionalizzazione e a un’evoluzione delle competenze in chiave green economy. Privilegeremo i temi legati alla digitalizzazione, al commercio elettronico e alla sicurezza. In passato sono stati presentati 140/160 progetti per ogni sportello, a cui hanno aderito dalle 300 alle 500 aziende.
Tutto a distanza?
Riguardo alle modalità formative, oltre alle consuete (aula, seminari e workshop, formazione a distanza e/o e-learning, training on the job, coaching), è sempre ammessa la teleformazione, modalità di erogazione delle attività formative sempre conforme ai provvedimenti emanati ai fini del contenimento del contagio dal virus Covid-19.
Sta cambiando qualcosa nella formazione continua?
La pandemia ha contribuito a ridurre il divario tecnologico sul territorio. E in parte a riscoprire nuove forme di lavoro. Ci sono ancora pregiudizi, però, sulla formazione. Qualche datore non vede ancora di buon occhio la partecipazione dei dipendenti a una settimana di corso. Eppure ogni anno vengono erogati circa 500 milioni di euro per formare e aggiornare i lavoratori. Risorse che se ben usate possono migliorare le competenze e la produttività delle imprese. Purtroppo c’è poca consapevolezza dei vantaggi che possono arrivare dalle attività formative.
Quali altre novità?
L’Avviso Femi ha decretato l’abolizione permanente del cofinanziamento da parte delle imprese che optino per aiuti di minore importanza. Inoltre permetterà anche di accedere al Programma operativo nazionale sistemi di politiche attive per l’occupazione e al Fondo Nuove Competenze. Sarà poi cura di FondItalia offrire adeguata assistenza alle imprese per realizzare una formazione realmente capace di sostenere l’occupabilità dei lavoratori a fronte dell’introduzione di innovazioni organizzative, tecnologiche, di processo e di prodotto in azienda, per favorire una ripartenza del sistema produttivo del Paese. Attraverso l’Avviso 2021.01, FondItalia consente alle imprese aderenti la possibilità di accedere ai contributi finanziari oggetto dell’intervento del Fondo Nuove Competenze. In particolare, la misura si rivolge ai datori di lavoro privati che stipulino, entro il 31 dicembre 2020, accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro dei propri lavoratori, per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa o per favorire percorsi di ricollocazione. La riduzione dell’orario di lavoro dovrà essere finalizzata ad appositi percorsi di sviluppo delle competenze del lavoratore. La dotazione del Fondo Nuove Competenze è costituita al momento da 730 milioni di euro, di cui 230 milioni a valere sul Programma operativo nazionale Sistemi di politiche attive per il lavoro, cofinanziato dal Fondo sociale europeo. I progetti formativi, in coerenza con gli indirizzi italiani ed europei in materia di innalzamento dei livelli di competenze degli adulti, dovranno dare evidenza delle modalità di valorizzazione del patrimonio di competenze possedute dal lavoratore, anche attraverso servizi di individuazione o validazione delle competenze; della personalizzazione dei percorsi di apprendimento, sulla base della valutazione in ingresso, a partire dalla progettazione per competenze degli interventi coerente con gli standard professionali e di qualificazione definiti nell’ambito del Repertorio nazionale; e della messa in trasparenza e attestazione delle competenze acquisite in esito ai percorsi.