Il ricordo. L'eredità di don Lamberto Pigini: un prete che ha fatto le imprese
"Winx club" prodotto dalla Rainbow, azienda che don Lamberto Pigini ha contribuito a far nascere
Negli anni in cui alcuni sacerdoti, per essere vicini al mondo del lavoro, facevano i preti operai, don Lamberto Pigini – scomparso di recente –, mettendo a frutto le sue doti e partendo dalla sua Castelfidardo, diventò prete imprenditore, creando lavoro per tanta gente che, anche a causa della guerra, lo aveva perso.
In pochi decenni, cominciando con i corsi di formazione professionale, ha creato un impero economico, mantenendo, ferma, la sua dimensione spirituale. Giuseppe Casali, suo braccio destro negli ultimi ’50 anni, ricorda i frequenti e lunghissimi viaggi di lavoro, in cui, ricorda sorridendo, "i rosari non mancavano mai". Castelfidardo, la cittadina di don Lamberto, patria del distretto della fisarmonica, nel suo tempo migliore contava 15.000 addetti. La crisi del dopo guerra aveva però quasi azzerato la situazione occupazionale. Don Lamberto raccontava di essersi posto il problema non solo di trovare lavoro, ma di investire sul futuro e cominciò con scuole di formazione professionale finanziate prima dal ministero del Lavoro e poi con l’avvento delle Regioni dagli assessorati preposti, insegnanti capaci, ed in poco tempo si sono diffuse in sette regioni, 33 centri, 2.000 allievi ogni anno che in 20 anni hanno diplomato 40mila giovani. Poi la situazione rischiava di sfuggirgli di mano e cedette tutto ad un valore simbolico ad una organizzazione nazionale riconducibile alla Confartigianato, lasciando però il segno. "Pensi, racconta Casali, che ci è arrivato un telegramma di condoglianze dalla scuola di formazione di Rimini. È gestita da almeno 30 anni direttamente dalla Regione Emilia Romagna, ma ancora qualcuno si ricorda di lui".
Poi, la romantica storia della Eko, marchio di fabbrica di chitarre aperta dal fratello Oliviero, morto prematuramente a 44 anni. "La fabbrica chiuse, ma don Lamberto – racconta Stelvio Lorenzetti, a cui Don Lamberto affidò la rinascita dell’azienda nel 1988 – non ebbe pace fin quando non riuscì a riacquisire, all’asta, il marchio. Amava dire che fece una pazzia, investendoci soldi che non aveva. Un uomo visionario, per me un mentore". Non fu solo un’idea romantica, perché il marchio Eko è tornato ad essere grande in tutto il mondo e l’azienda ancora oggi continua a conquistare mercati.
Ovunque don Lamberto mette le mani, trasforma in oro. Ha una grande passione, la comunicazione. crea la Eli, editrice didattica, crea due tipografie una negli anni ’70 ed una all’inizio del 2000, la Tecnostampa e la Rotopress. Dà l’incipit per la Rainbow, oggi di Iginio Straffi, che all’epoca lavorava come disegnatore a Parigi e torna in Italia ed incontra don Pigini. Gli parla di cartoni animati. "I film di animazione, diceva il sacerdote, erano un mio sogno. Gli proposi di creare, insieme, un’azienda e nacque Rainbow". Lo studio di animazione che ha avuto un grande successo con le Winx.
Spesso don Lamberto è andato controcorrente. Mentre i cervelli lasciavano l’Italia per andare all’estero, lui li richiamava. "Il suo richiamo – conferma Casali – era irresistibile. Quando cominciai a lavorare con lui, rinunciai a un posto in banca, allora 180mila lire al mese. Lui me ne offriva 80mila, ma aveva il fascino del visionario. Non riuscii a dirgli di no e non me ne sono pentito". Nonostante quella che si potrebbe definire una grande carriera, don Lamberto rifiutava la definizione di "prete-imprenditore": "Sono e rimango un prete, amava dire, questa è la mia vocazione. Quando non posso dire Messa, mi manca la luce". Don Lamberto aveva un piccolo rammarico, non avere continuato a fare il mago, l’illusionista: "Mi riusciva bene, diceva, ma poi ho dovuto scegliere un’altra strada". Aveva una preparazione culturale molto raffinata e ideò i fumetti in latino che, diceva, sono un efficacissimo canale di comunicazione. Così aveva strappato alla Disney i diritti per il Topolino che parlava in latino. Sempre lucidissimo, fino alla fine, da anni curava la sua "Morning note", lettera circolare diffusa via mail in cui ricordava il santo del giorno, sceglieva personalmente il motivo per una riflessione spirituale, e offriva la rassegna stampa della giornata. Un servizio preziosissimo, che raggiungeva un migliaio fra imprenditori e professionisti. La parabola discendente è cominciata un anno fa, quando in occasione del compleanno è scivolato in casa. La pandemia ha fatto il resto. "Prima, ricorda Casali, veniva ogni mattina nel suo ufficio alla Eli".
Da qualche anno aveva costituito la Fondazione Lamberto Pigini, conferendo tutti gli asset della società di partecipazione, la Pigini group spa, che ha come beneficiario un ente religioso riconducibile alla diocesi. Un gesto di affetto e dedizione alla Chiesa a cui sentiva di appartenere. Così come sentiva forte la necessità di seguire, spiritualmente, il mondo dell’imprenditoria. Era presidente onorario Ucid, di cui oggi, a Macerata, è presidente Alessandro Guzzini, esponente della maggiore dinastia di imprenditori recanatese che ricorda: "Quando sono stato eletto nel farmi i complimenti mi raccomandò di interpretare al massimo il mio ruolo perché l’Ucid, diceva, per me è più importante di Confindustria". "Ecco, don Lamberto ci ha insegnato a lavorare mantenendo al centro il valore dell’uomo e della sua dignità. Un messaggio che custodiremo per sempre". Così lo ha ricordato il vescovo di Macerata-Recanati-Treia, Nazzareno Marconi, nell’omelia del funerale: "Aveva la fede in un Dio che quando ti metti a fare del bene rende possibile quello che altri ritengono impossibile".