Il caso. «L’e-commerce cinese crea dipendenza». La Ue indaga sul modello Temu
Prodotti di scarsa qualità a prezzi stracciati, venduti con modalità discutibili che favoriscono la dipendenza da shopping on-line. In due anni la piattaforma cinese Temu ha scalato le vette dell’e-commerce invadendo anche le case degli europei e conquistando soprattutto i giovanissimi. Un fenomeno virale sul quale la Commissione europea ha deciso di accendere i riflettori, aprendo un nuovo fronte nella guerra commerciale contro la Cina. L’obiettivo dell’indagine è stabilire se la piattaforma abbia violato la legge sui servizi digitali (Dsa). La superpotenza dello shopping online è accusata di non fare abbastanza per bloccare la vendita di prodotti illegali e pericolosi sulla sua piattaforma. L’indagine riguarda anche la progettazione del servizio in modo da creare dipendenza, tramite un sistema di gioco a premi che incentiva acquisti continui. Nel mirino i sistemi utilizzati per consigliare i prodotti agli utenti e il mancato rispetto delle norme che impongono l’obbligo di rendere pubblici gli algoritmi adottati.
La decisione di indagare su Temu, la cui casa madre PinDuoDuo Holdings ha trasferito la propria sede da Shanghai a Dublino l’anno scorso ed è quotata al Nasdaq, arriva dopo una serie di richieste di chiarimenti, sui modelli di business, ritenuti da Bruxelles poco convincenti. Proprio dall’Irlanda è partita una segnalazione che ha permesso alla Commissione europea di raccogliere ulteriore materiale da aggiungere alle denunce arrivate dai consumatori sulla scarsa qualità dei prodotti.
Il core business di PinDuoDuo Holdings, fondata nel 2015 da Colin Huang Zheng è il commercio online focalizzato sul settore agricoltura, ma controlla anche Temu, attiva dal 2022 nell’e-commerce di prodotti a basso costo spediti direttamente dalla Cina.
L’indagine della Commissione si concentrerà su diversi campi: anzitutto, sui sistemi che Temu non ha messo in atto per limitare la vendita di prodotti non conformi nell’Unione Europea. Si tratta, tra l’altro, di sistemi volti a limitare la ricomparsa di commercianti disonesti che sono stati precedentemente sospesi, noti per aver venduto in passato prodotti non conformi. Tra le merci fuori norma che sono ricomparse sulla piattaforma, ha spiegato una fonte Ue, figurano anche “giocattoli e cosmetici”, due categorie merceologiche particolarmente delicate. L’indagine, tuttavia, non riguarda solo queste due categorie, ma tutti i tipi di merce venduti tramite Temu. Il fine ultimo, ha spiegato la vicepresidente della Commissione Margrethe Vestager, è assicurarsi che tutto ciò che viene venduto su Temu sia conforme agli standard europei e sicuro per i cittadini. L’invito a monitorare è arrivato in particolare da Germania e Francia che chiedono da tempo un giro di vite sulle migliaia di pacchi di prodotti non a norma che ogni giorno invadono le città europee.
La piattaforma cinese è una Vlop (Very Large Online Platform) dal maggio 2024 ed è pertanto soggetta a particolari obblighi, previsti appunto dal Dsa, che scattano quando vengono raggiunti più di 45 milioni di utenti attivi al mese nell’Ue. Gli obblighi in capo a queste grandi piattaforme comprendono la valutazione e la mitigazione dei rischi che derivano dalla propria attività. Nel settembre scorso, Temu ha dichiarato di avere 92 milioni di utenti attivi al mese, cosa che testimonia la sua rapida crescita in Europa. La durata dell’indagine dipenderà dalla complessità del caso e dalla disponibilità della piattaforma, che si è detta disposta a collaborare. Se dovessero essere accertate le violazioni rischia una maxi multa sino al 6% del suo giro d’affari.
Ieri la piattaforma ha assicurato la piena collaborazione con le autorità europee e annunciato l’intenzione di entrare a far parte di un gruppo di operatori di e-commerce e marchi che collaborano per prevenire la vendita di merci contraffatte online nell’Unione europea. Un accordo volontario, il Memorandum of Understanding (MoU), che ha già 35 firmatari tra i quali Alibaba, Amazon, eBay, Vinted e Vestiaire Collective.
Il Digital services act, disegnato per mettere fine al far west del digitale, ha già messo nel mirino altre Bigt tech come X, TikTok e AliExpress. Pinduoduo sta dando filo da torcere a colossi del settore come JD.com e Alibaba, attivi da oltre un decennio. È la terza più grande azienda di e-commerce in Cina per volume di vendite. La piattaforma di e-commerce ha conquistato il mercato di tutto il mondo, per i suoi prodotti low cost. Un successo che ha consentito a Huang di scalare la classifica dei ricchi asiatici arrivando al primo posto con un patrimonio di 48,6 miliardi di dollari. Secondo Forbes Huang è il 33esimo uomo più ricco al mondo. Nonostante il successo di Temu non mancano polemiche intorno all’app. Sia per la qualità dei prodotti sia per le condizioni di lavoro dei dipendenti, che sono state oggetto di indagine per gli orari proibitivi.