L'appello. I miliardari: «Tassateci, la ricchezza estrema minaccia la democrazia»
La ricchezza estrema è una minaccia per la democrazia e ha conseguenze disastrose per la società. Sono 260 i miliardari che con una lettera indirizzata ai leader politici che partecipano al World Economic Forum di Davos tornano a chiedere, come hanno fatto negli ultimi anni, di pagare più tasse in nome del bene comune.
I firmatari provengono da diciassette Paesi, tra di loro spiccano alcuni grandi nomi, tra imprenditori di successo ed ereditieri più o meno giovani. Tra questi Abigail Disney, il cui cognome è un marchio in sé, ma anche Claire Trottier, dell’omonima famiglia. Pesa il cognome nel caso di Valerie Rockefeller, appartenente alla dinastia americana. Nell’elenco ci sono poi due trentenni che hanno ereditato grandi patrimoni: Marlene Engelhorn, che vuole che vuole redistribuire 25 milioni di euro tra gli austriaci, e la tedesca Stephanie Bremer. Tra i nomi del mondo dello spettacolo il musicista Brian Eno, l’attore Brian Cox (che ha interpretato il miliardario Logan Roy in “Succession”), l’attore e sceneggiatore Simon Pegg. Fa parte della categoria dei nuovi ricchi invece Guy Singh-Watson, l’agricoltore britannico diventato imprenditore che ha fondato l’azienda di consegna di cassette di verdure Riverford. Tra gli italiani spiccano Guglielmo e Giorgiana Notarbartolo di Villarosa, figli di Veronica Marzotto, che furono anche gli unici firmare l’appello al G20 “Tax extreme wealth” e Martino Cortese, nipote del fondatore di Amplifon e co-founder di Citybility.
«Siamo sorpresi che non abbiate risposto a una semplice domanda che ci poniamo da tre anni: quando tasserete le ricchezze estreme?» è la domanda retorica che i miliardari fanno ai grandi riuniti a Davos. «Siamo le persone che beneficiano maggiormente dello status quo - aggiungono -. Ma la disuguaglianza ha raggiunto un punto critico e il suo costo per la nostra stabilità economica, sociale ed ecologica è grave e cresce ogni giorno». Da qui l’appello ai governi ad agire adesso, con una riforma progressiva del sistema fiscale. La soluzione alle profonde disuguaglianze che negli ultimi decenni si sono ampliate, non può arrivare da donazioni una tantum o dalla filantropia perché «l’azione individuale non può correggere l’attuale colossale squilibrio».
A corredo della lettera, firmata da Patriotic Millionaires UK, Taxmenow, Millionaires For Humanity e Oxfam, il rapporto “Orgogliosi di pagare di più” e i risultati del sondaggio condotto da Survation che ha interpellato oltre 2.300 persone appartenenti al 5% più ricco della popolazione mondiale, con più di un milione di dollari in beni investibili, escluse le abitazioni. Dai risultati emerge che il 74% è favorevole a un aumento delle imposte sulla ricchezza per affrontare la crisi del caro-vita e migliorare i servizi pubblici e il 75% è favorevole all’introduzione di un’imposta patrimoniale del 2% sui miliardari, come proposto dall’Osservatorio fiscale europeo nell’ottobre 2023. Il 70% pensa che l’economia sarebbe più forte se venissero aumentate le tasse sulle ricchezze estreme per investire in servizi e infrastrutture sociali, il 66% sarebbe favorevole a un aumento delle imposte a proprio carico se queste venissero destinate a queste due voci. Infine il 57% dei miliardari ritiene che la ricchezza estrema impedisca ad altri di migliorare il proprio tenore di vita e ostacoli la mobilità sociale e il 53% pensa che sia responsabile del peggioramento del cambiamento climatico.