Economia

Tendenze. È l’anno record del trasporto ferroviario: sui treni 8 miliardi di passeggeri

Paolo Pittaluga venerdì 1 novembre 2024

Il trasporto ferroviario in Europa alle prese con i problemi dell’infrastruttura esistente – quasi al tracollo in Germania, in affanno in Italia tra le criticità dei valichi e la mole di grandi lavori, urgenti, favoriti dal fiume di denaro omaggiato dal Pnrr –, le necessità di nuove linee, il ritardo nel trasporto merci. Detta così sembrerebbe un de profundis. Invece, secondo le indagini di Eurostat, il treno piace, e anche molto, alle persone che viaggiano. Piacen nonostante la vera concorrenza sia presente solo nel nostro Paese perché in altri, come in Spagna si è appena affacciata sulla scena, ed in altri ancora arriverà. In altri Paesi si assiste ad un trasferimento del modello di viaggio low cost dalla strada ai binari, come sta avvenendo su alcune tratte della Germania con Flixtrain, divisione ferroviaria del più famoso Flixbus.

Il viaggio in treno ha anche il vantaggio di essere più competitivo, almeno su determinate distanze, del trasporto aereo che negli ultimi anni presenta due tipologie di problematiche: i ripetuti ritardi – che comportano spesso la perdita della coincidenza – ma anche i prezzi esorbitanti in determinati momenti dell’anno, a partire dalle vacanze di Natale. Certo, viaggiare nel Belpaese, nel 2023 è un’abitudine radicata: sono stati oltre 197 milioni i passeggeri che hanno usufruito dei servizi di trasporto aereo commerciale transitati negli scali, da rotte nazionali e internazionali, con una crescita del 20% sul 2022. Abbiamo fatto meglio dell’Europa dove la crescita è stata “solo” del 19%.

Il treno piace perché fondamentalmente green (non interrogandoci da dove provenga l’energia elettrica che lo alimenta, ovviamente) mentre camion, bus urbani e pullman a lunga percorrenza generano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’Ue e più del 25% delle emissioni di gas serra del trasporto su strada. L’aviazione, da parte sua, è responsabile di circa il 3% delle emissioni globali di anidride carbonica.

Le persone si spostano, sarà per l’effetto post Covid, che spinge a viaggiare subito senza rimandare. E lo scorso anno hanno dimostrato di apprezzare il treno, contribuendo a stabilire un record per il comparto. Nel 2023, infatti, sono stati registrati 429 miliardi di passeggeri per chilometro (pkm) sulle ferrovie europee in crescita, rispetto ai 386 miliardi del 2022, dell’11,2%. Il record è tutto in questi dati: si tratta del numero più elevato segnalato dalle principali imprese ferroviarie dai tempi dell’avvio della raccolta dei dati, nel 2004. L’analisi mette in luce che la domanda di trasporto passeggeri è aumentata del 9,4% tra il 2015 e il 2019, quando è stato registrato un picco di 411 miliardi di passeggeri per chilometro. Rispetto al 2020, l’anno che ha registrato le prestazioni più basse (221 miliardi di pkm) probabilmente attribuibile all’effetto pandemia, seguito poi da una costante ripresa, il numero di passeggeri per chilometro nel 2023 è quasi raddoppiato. Emerge che l’utilizzo della modalità ferroviaria da parte delle persone è aumentata in tutti i quattro trimestri dello scorso anno rispetto agli stessi trimestri del 2022. E’ stato il primo trimestre del 2023 quello che ha registrato la variazione più elevata, con 21 miliardi di pkm ferroviari in più rispetto allo stesso trimestre del 2022, con un aumento del 29,1%. L’analisi mette in evidenza che su 8 miliardi di passeggeri ferroviari registrati nel 2023 nell’Unione europea, quasi la metà ha viaggiato in Germania (33,9%) o in Francia (15%). Il numero di passeggeri che ha privilegiato il treno è aumentato di oltre il 25% in Croazia (29%), Irlanda (28,7%) e Lussemburgo (25,1%). Per contro, la Grecia ha registrato la maggiore riduzione del numero di passeggeri ferroviari, pari al 17% ampiamente spiegabile con i limiti di una rete vecchia, inadeguata e forse anche per effetto del disastro ferroviario del 28 febbraio 2023, uno scontro tra un convoglio passeggeri ed un merci lungo la valle di Tempe, in Tessaglia, nell’area centro-orientale del Paese a pochi chilometri a nord della città di Larissa, che causò 57 vittime e 85 feriti. Nel nostro Paese registriamo una crescita del 18% del Polo passeggeri di Fs, con 470 milioni di persone trasportate dai convogli Trenitalia, mentre Italo ha trasportato (su binario ma anche con i bus che partono dalle stazioni) 25 milioni di persone.

Purtroppo nell’Ue resta incancrenita la situazione della movimentazione delle merci su ferro. Considerando le principali imprese, il trasporto ha raggiunto 378 miliardi di tonnellate per chilometro che si traduce in un calo del 4,9% rispetto al 2022. Analizzando i dati dell’ultimo decennio, il livello del 2023 appare il più basso dal 2015, ad eccezione ovviamente del 2020 l’anno del Covid, quando le prestazioni del comparto diminuirono dell’8,4% fermandosi a 367 tonnellate per chilometro. Le performance della movimentazione di merci su rotaia sono diminuite in tutti i quattro trimestri del 2023 rispetto agli stessi trimestri del 2022, con il calo maggiore osservato nel secondo (-9,2%) e nel terzo trimestre (-7,5%).

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