Economia

I dati. L'Abi rivendica: tasso medio sui depositi allo 0,8%

Redazione Economia sabato 16 settembre 2023

E' «corretto» remunerare un conto corrente dello 0,40% quando il tasso medio dei mutui per l’acquisto di una casa è al 4,29%? E ci si può davvero meravigliare che i prestiti alle famiglie siano in calo del 3,3% e alle imprese addirittura del 4%, se il tasso medio praticato dagli istituti è del 4,48% e si attesta al 5,03% per le imprese? Nel suo bollettino mensile che contiene i dati di agosto, l’Associazione bancaria italiana (Abi) ha certificato ieri di fatto una tendenza di mercato che è invalsa ormai da tempo.

Il denaro sul conto corrente non ha «diritto» a remunerazioni importanti nemmeno nell’era dei rialzi da record dei tassi di interesse da parte della Bce. Soltanto chi «blocca» il proprio denaro in depositi vincolati o certificati di deposito può vedere i risparmi recuperare qualcosa rispetto all’inflazione, con un tasso medio di remunerazione del 3,36%, in crescita rispetto al 3,28% di luglio.

Certo, qualche eccezione c’è. Dopo mesi di braccio di ferro con il governo, lanciatosi da parte sua verso il prelievo sugli extraprofitti bancari, alcuni istituti bancari hanno cominciato a percorrere vie diverse. Ne è un esempio la banca spagnola Bbva, che ha appena portato al 4% il tasso di interesse offerto sul suo conto corrente a zero spese in Italia. E ancora: Ibl Banca riconosce il 3,30% lordo per il primo anno ai nuovi clienti. Ma siamo, appunto, a una delle poche eccezioni. Per il resto, come spiega l’Abi, il tasso sui soli depositi in conto corrente è cresciuto allo 0,40%, rispetto allo 0,38% di luglio, «tenendo conto che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi». Come se la sola possibilità di usufruire di quei servizi impedisse, insomma, di avere una remunerazione maggiore.

In totale, considerando anche certificati di deposito, depositi vincolati e conti correnti, il tasso medio della remunerazione è aumentato allo 0,80% rispetto allo 0,76% di luglio, ma sono i depositi a durata prestabilita ad alzare la media. A giugno 2022, prima dei rialzi dei tassi della Bce, gli stessi depositi a durata prestabilita rendevano appena lo 0,29%: il loro aumento è stato quindi di 307 punti base. A luglio, il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso si è attestato al 4,63%, (1,31% in giugno 2022), con un incremento di 332 punti base. Altri dati forniti dall’Abi riguardano l'entità della raccolta. Quella indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di quasi 227 miliardi tra luglio 2022 e luglio 2023, (133,1 miliardi per le famiglie, 27,3 per le imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione).

In agosto 2023 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno prima (+16,7%), in accelerazione rispetto a luglio 2023 (+15,9%). I soli depositi, nelle varie forme, sono scesi ad agosto 2023 del 5,5% rispetto ad agosto 2022, registrando un rallentamento della riduzione (-6,5% a luglio 2023). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata in agosto 2023 in calo del 3,4% su base annua, (-4,3% a luglio 2023). Crescono anche invece le sofferenze nette che a luglio sono state pari a 16,5 miliardi di euro, in aumento di 2,2 miliardi. È un livello lontanissimo dal tetto del novembre 2015 quando le sofferenze erano pari a 88,8 miliardi, ma il rapporto sugli impieghi totali è allo 0,97% rispetto allo 0,81% del dicembre.