Levata di scudi dei sindacati alla possibilità, aperta dal Jobs act, di controllare a distanza i lavoratori attraverso personal computer, smartphone e tablet dati in dotazione ai dipendenti.La norma, oggetto di uno dei decreti attuativi approvati lo scorso giovedì, oltre a modificare il divieto sancito nello Statuto dei lavoratori non prevede la necessità di un accordo con le organizzazioni sindacali per poter procedere con i controlli sulla produttività. Basterà infatti aver avvisato i lavoratori dei possibili controlli e della politica adottata dall’azienda, tramite un’apposita comunicazione. Resteranno invece proibiti i controlli in violazione della privacy del lavoratore o che possano ledere la sua dignità. L’ipotesi di riforma – ora al vaglio del Parlamento per un parere non vincolante – non piace a tutti i sindacati che chiedono modifiche sostanziali, a cominciare dalla necessità di un preventivo confronto e un’intesa con le rappresentanze aziendali e promettono battaglia.Nel frattempo, una circolare del ministero del Lavoro ha attivato una serie di controlli a livello territoriale dopo la segnalazione di truffe sulle assunzioni agevolate con gli sgravi contributivi. In particolare, sono state segnalate imprese committenti che disdettano contratti di appalto che interessano numerosi lavoratori i quali, trascorso un periodo di almeno sei mesi in cui continuano a prestare la medesima attività attraverso un contratto di somministrazione, vengono assunti a tempo indeterminato da una terza impresa appaltatrice, talvolta costituita appositamente, che può così godere dello sconto di 8mila euro l’anno sui contributi e garantire così al committente notevoli risparmi. Infine, sciopero a Italia Lavoro, la società tecnica del ministero. I 400 dipendenti e i 900 collaboratori lamentano di essere esclusi dalla nuova Agenzia per le politiche attive che il governo si appresta a creare senza riassorbire il personale che già svolge quel compito.