Il test. F-Pace, il primo Suv di Jaguar è uno schiaffo ai tedeschi
Segni particolari: bellissima. Da vedere, e da guidare. Aggiungere altro, a volte è superfluo. Perché malgrado sia diventato sempre più difficile pensarlo, l'automobile può ancora essere solo piacere puro, gusto per l'estetica e voglia di stare al volante di un mezzo di grande classe e sostanza. Eccola dunque: la F-Pace, il primo Sport Utility della storia di Jaguar, ha debuttato quasi due anni fa, ma solo ora che è diventata una scelta molto gettonata da chi cerca linee e stimoli nuovi, si comincia a vedere con frequenza su strada.
Il Suv che mancava
Prima considerazione: i puristi dovranno arrendersi all'evidenza. Non è sacrilego che anche un marchio come Jaguar, un po' decaduto ma sempre nobile, si sia arreso alla necessità di realizzare un Suv: lo chiede il mercato, l'ha giù fatto Porsche con Cayenne e Macan, presto lo farà Lamborghini con la Ursus, e spifferi di corridoio assicurano che ci sta pensando anche Ferrari. Quello che conta non è la taglia, e nemmeno la tipologia, ma lo stile. E quando hai in casa la garanzia Ian Callum come responsabile del design, si può osare senza timore. Seguendo un percorso stilistico inaugurato con la F-Type, la sua matita ha tratteggiato la F-Pace con misure non esagerate (4,73 metri di lunghezze e 1,65 di altezza) e una linea davvero proporzionata, capostipite di una famiglia che darà alla luce tra pochi mesi la sorellina più piccola E-Pace e in futuro anche la versione elettrica che si chiamerà I-Pace.
“Pace”, cioè prestazioni
Nel nostro test abbiamo guidato la versione più estrema, il 3.0 turbodiesel da 300 Cv che risponde anche oltre le aspettative alla sigla “Pace” che le dà il nome. D'altronde se le concorrenti si chiamano Porsche Macan, Audi Q5, Mercedes GLC e Bmw X4, tutte tedesche e non a caso, la britannica Jaguar non poteva non offrire qualcosa di altrettanto prestazionale. La F-Pace con questo motore, cambio automatico sequenziale a 8 marce e trazione integrale regala una guida vivacissima ed emozionante, ma anche grande agilità nelle curve strette. Aerodinamica e silenziosità sono i suoi pregi maggiori, mentre delude l'insieme degli interni, con la plancia un po' banale e alcuni particolari in plastica (come la zona inferiore dei pannelli della porta e il cassettino) non all'altezza di un'auto del genere. Anche il lunotto posteriore molto piccolo non aiuta la visibilità, ma è un difetto ormai comune a quasi tutte le vetture moderne, e del tutto perdonabile se - come in questo caso - a beneficiarne è l'estetica d'insieme. Impegnativo, come è facile immaginare, il prezzo. Almeno della lussuosissima versione della nostra prova, che optional a parte, necessita di 75.00 euro per essere acquistata.
Come va
Di certo più abbordabile la versione 2.0 litri, il cui listino parte da quasi 54.000 euro per i modelli a benzina (tutti a trazione integrale) e da 46.000 per quelli a gasolio, che prevedono invece anche le due ruote motrici. Anche nelle 4WD comunque la maggior parte della forza propulsiva del motore viene fornita alle ruote dietro. All’occorrenza, comunque, parte della coppia motrice (fino al 50%) viene deviata automaticamente verso l’avantreno, quando le condizioni del fondo lo richiedono. Si può poi avere, come optional, il sistema che adatta automaticamente la risposta della vettura al tipo di terreno (neve, ghiaccio, roccia, sterrato e così via) garantendo un comportamento nelle situazioni difficili sorprendente per una suv "sportiva". Per il resto, la guida alta regala belle sensazioni e si possono percorrere centinaia di chilometri in assoluto relax, godendo di grandi spazi interni e un bagagliaio di 650 litri. La mancanza di protezioni sulla carrozzeria e i pneumatici da 22 pollici montati sulla nostra F-Pace indicano invece che non è adatta al fuoristrada puro. Tipologia di viaggio peraltro che certamente interessa ben poco chi sceglie una vettura del genere. Troppo bella da vedere per essere infangata.