I conti del 2013. Jaguar e Land Rover, che record con gli indiani
Il 2013, così come gli anni più recenti che l’hanno preceduto, non ha certamente rappresentato un momento facile per il settore automotive che ha continuato ad esprimere una significativa sofferenza nell’economia del nostro paese.
Proprio in un contesto così critico, segnato da un mercato che ha registrato una perdita del 7%, i risultati di vendita e penetrazione di mercato per Jaguar Land Rover in Italia, si sono dimostrati molto gratificanti per il gruppo che ha immatricolato 14.766 veicoli, di cui 13.777 Land Rover e 989 Jaguar.
Nel settore dei SUV, nel 2013, Land Rover ha migliorato di 4 punti percentuali rispetto allo scorso anno, il dato relativo alla quota di penetrazione di mercato; un risultato decretato dal miglioramento generale che tutti i modelli della gamma hanno riportato. In particolare, la Range Rover Evoque, ha riconfermato il più che positivo trend di apprezzamento e di successo nelle vendite grazie anche all’arricchimento della gamma con l’introduzione della nuovissima versione a 9 marce che testimonia la tendenza di Land Rover a promuovere sempre prodotti tecnologicamente avanzati ed innovativi. La Range Rover Evoque, con quasi 8.000 esemplari immatricolati nel 2013, è stata la vettura più venduta in Italia nella categoria Premium 4 x4.
Mal il 2013 è stato un anno record anche a livello globale per Jaguar Land Rover. Lo storico marchio britannico, ora di proprietà dell'indiana Tata Motors, ha infatti venduto 425.000 auto in tutto il mondo, con un progresso per l'azienda pari a un quinto delle immatricolazioni dell'anno precedente. In particolare il volume delle vendite di Jaguar è aumentato del 42% nel 2013 e le sue auto di lusso sono state acquistate soprattutto negli Stati Uniti, in India e in Germania. Il marchio Land Rover invece ha venduto 350.000 veicoli nel mondo lo scorso anno, ovvero l'80% del totale delle vendite di Jaguar Land Rover.
Per far fronte alla domanda del mercato Jaguar Land Rover sta assumendo quasi altre 2.000 persone per gli impianti sul territorio britannico, dove il totale arriverà così a 26.000 dipendenti.