Fotovoltaico. Italcer, la produzione di ceramiche con energie pulite
Nel panorama sempre più dolente di aziende che chiudono, o non riaprono dopo la pausa estiva, il comparto delle ceramiche rischia di avere questo triste primato. Eppure c’è chi non solo resiste per spirito imprenditoriale, ma lo fa a ragion veduta. Come succede alla Italcer Group, nel cuore del Distretto della ceramica, e come spiega l’ad Graziano Verdi: «Abbiamo deciso di mantenere acceso, cercando di dare un servizio al mercato e certi che i provvedimenti necessari verranno comunque presi. Ma anche perché tutto sommato abbiamo fatto degli investimenti che ci consentono di avere dei vantaggi dal punto di vista energetico. A inizio 2021 abbiamo montato un cogeneratore che ci produce circa 33.500 kWh, su un fabbisogno complessivo di 57mila. E poi abbiamo circa il 10% di energia rinnovabile con i pannelli fotovoltaici già montati sui tetti dei tre stabilimenti. Sulla parte elettrica abbiamo quindi circa il 70% del fabbisogno coperto».
Un risultato non da poco, considerato che si tratta di un gruppo nato solo nel 2017 e che, grazie anche a questa lungimiranza energetica, è già tra le prime 5 realtà italiane del comparto. «Quest’anno – aggiunge Verdi numeri precisi alla mano – contiamo di risparmiare così quasi 6 milioni di euro, su 270 di ricavi e 65 milioni di Ebidta. E intendiamo andare avanti: a marzo 2023 nello stabilimento di Fiorano verrà montato un nuovo forno predisposto ad accogliere fino al 50% di idrogeno, preparandoci così al momento in cui l’idrogeno sarà disponibile in maniera più consistente». Alla Italcer i risultati del primo semestre 2022 sono più che buoni «ma ora – riprende Verdi – con il prezzo del gas così alto ovviamente ne risentiremo anche noi, però abbiamo valutato che rimanere sul mercato ci può permettere di dare un servizio ai consumatori finali e ai distributori e di farci trovare comunque preparati quando la tempesta sarà passata. Anche perché confidiamo nel provvedimento del governo Draghi per cui l’anno prossimo una quota tra il 20 e il 25% verrà ceduta alle aziende delle industrie energivore a prezzo calmierato».
Nel frattempo proseguono gli investimenti: «Su tutti i nostri capannoni andremo a montare il fotovoltaico, puntando così ad avere solo da questa rinnovabile un terzo dell’energia che ci è necessaria », sottolinea l’ad di Italcer, il cui gruppo è impegnato anche in una notevole circolarità delle lavorazioni: «Recuperiamo il 52% dai nostri scarti di produzione e da quelli dei nostri competitor che non li conferiscono in discarica, e così non andiamo a prelevare dal sottosuolo altre materie prime. Va tenuto conto che, rispetto al marmo, al granito o alla pietra i cui due terzi diventano inutilizzabili una volta estratti, in ceramica c’è un rapporto di 1 a 1 rispetto all’utilizzo. Ma noi siamo riusciti ad arrivare ad un rapporto di 0,5 a 1». Il tutto a fronte di investimenti notevoli solo tra cogeneratore (quasi 12 milioni di euro) e fotovoltaico (altri 5 milioni) che, accompagnati alla ricerca e all’innovazione – «che devono andare di pari passo con la sostenibilità », rimarca Verdi – hanno consentito alla Italcer di mettere sul mercato 'Advance', la nuova linea di materiali in gres porcellanato antivirale, antibatterico e antinquinante. E così, se nel 2021 Italcer Group è cresciuto del 30%, quest’anno si punta al bis, praticamente con una percentuale di velocità doppia rispetto a quella del settore. E, perché no, a bissare anche l’aggiudicazione del Premio Sustainability Award.