Tecnologia e ricerca. Italcementi in campo nella lotta al virus
Il cemento è alla base della realizzazione delle infrastrutture. Ma in un momento di crisi come l’attuale può essere utile anche sotto altri aspetti. Come produrre valvole per i respiratori con la stampante 3D, o disinfettanti. E svolgere anche ricerche sulla funzione antivirale. Ne sono convinti a Bergamo, così in Italcementi hanno iniziato a lavorare su questi progetti. Con questi obbiettivi alcuni ricercatori questa settimana sono tornati in i.lab, sede di Italcementi, chiusa dal 9 marzo, naturalmente nel pieno rispetto delle strettissime regole di sicurezza e di distanziamento dentro l’edificio. “Abbiamo pensato che anche la nostra struttura di ricerca potesse dare un contributo in questa fase difficile – spiega Enrico Borgarello, direttore della ricerca Italcementi -. Abbiamo alcune stampanti 3D che potrebbero dare un contributo nella realizzazione di valvole per respiratori. Inoltre, grazie alle competenze in chimica, siamo in grado di realizzare liquidi e gel disinfettanti che ci possono rendere autonomi, lasciando ad altre aziende e famiglie i prodotti che avremmo invece acquistato noi”. Infine la ricerca per cercare di contrastare il virus, con materiali come il cemento che essendo alcalino, quindi contrasta naturalmente germi e batteri. “A esso – aggiunge il manager – abbiamo aggiunto, nel passato, sostanze come il biossido di titanio: così è nato il cemento mangiasmog, che dalle nostre ricerche risulta avere anche una azione antibatterica ancora più forte. Ora stiamo studiando, insieme ad alcuni centri di ricerca e ospedali, la sua capacità di contrastare i virus”. La ricerca al servizio dell’umanità: “Penso – conclude Borgarello – che sia un dovere dei ricercatori, anche quelli di settori apparentemente lontani come il nostro, fare del proprio meglio in un momento in cui tutti lottano contro un nemico così insidioso”.