Istat. Tasso di disoccupazione invariato a ottobre
Crescita del Pil sotto le attese nel terzo trimestre dell'anno. Lo certifica l'Istat spiegando che nel periodo giugno-settembre il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,2% rispetto al II trimestre e dello 0,8% nei confronti del III trimestre 2014. Il dato tendenziale, e cioè rispetto al III trimestre 2014, è inferiore alle stime che davano il +0,9% mentre quello congiunturale è rimasto invariato. La variazione acquisita per il 2015 è pari allo 0,6%.
Dati leggermente migliori arrivano dal mondo del lavoro. Sempre secondo l'istituto di statistica, a ottobre, il tasso di disoccupazione è rimasto invariato all'11,5%, dopo il calo dei tre mesi precedenti. Tuttavia la stima dei disoccupati, nello stesso mese, diminuisce dello 0,5% (-13 mila); il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore a 34 anni.
Nei 12 mesi la disoccupazione cala invece del 12,3% (-410 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,4 punti. Da evidenziare che il tasso di disoccupazione di ottobre all'11,5% è il dato più basso da dicembre 2012, quando i senza lavoro si attestavano all'11,4%. Nel dettaglio a ottobre, il tasso di disoccupazione maschile, pari all'11,1%, aumenta di 0,1 punti percentuali, mentre quello femminile, pari al 12,2%, cala di 0,2 punti.
Sempre a ottobre tuttavia è aumentata la disoccupazione giovanile (15-24enni) al 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente. L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 10,3% (cioè poco più di un giovane su dieci è disoccupato). Tale incidenza aumenta a ottobre di 0,1 punti percentuali.
"Penso prevalga di più la fiducia sulla sfiducia - ha commentato il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan -. Sono venuti meno alcuni motori di Paesi emergenti, come il Brasile, la Russia e un po' la Cina, economie che avevano continuato a crescere anche dopo il 2010. E ci stavano tirando un po' su e che ora hanno smesso di crescere. È positivo però che in Italia la domanda interna stia crescendo relativamente bene, e questo dà fiducia". Padoan ha aggiunto che esiste poi un altro tipo di sfiducia, quella "la legata alla paura, che è più violenta ma ha una durata più limitata". "Penso che la prima - ha concluso il ministro - sia stata sconfitta".