Istat. Il lavoro spacca le generazioni
In Italia, più che nel resto d'Europa, a trainare la ripresa del mercato del lavoro sono gli over 55, mentre l'occupazione giovanile resta al palo. Una spaccatura generazionale che nella Penisola si fa sentire in modo particolare, anche perché le nuove leve non sembrano riuscire a recuperare il terreno perso durante la crisi. Anche la Spagna aveva accusato forti perdite, di gran lunga peggiori, ma lì qualcosa si è mosso. Dal confronto con le principali economie dell'Ue emerge quindi un caso Italia, che l'Istat, dando conto dell'altalena dei dati sul lavoro, non manca di rilevare.
Dietro una classe senior intrappolata a lavoro, c'è sicuramente l'effetto della riforma delle pensioni targata Fornero, come l'allungamento dell'età pensionabile. Nel frattempo le nuove generazioni si sono ritrovate davanti un muro, che gli incentivi alle assunzioni non sembrano avere abbattuto. Da qui l'anomalia. «La crescita del tasso di occupazione italiano presenta delle differenze per classe di età rispetto alla dinamica dei principali Paesi europei», rimarca l'Istat nell'ultima nota mensile. Ecco che, confrontando l'inizio del 2018 con quello del 2014, si vede come l'incremento dell'occupazione sia soprattutto merito della classe dei 55-64enni. Per questa fascia d'età la crescita è stata di 8,1 punti percentuali, contro i 7,3 punti dell'eurozona, i 5,8 della Francia e i 5,7 della Germania. Invece, viene rimarcato, «il miglioramento nella classe 25-54 risulta inferiore a quello dell'area euro (rispettivamente 1,1 punti e 2,8)». Ben diversa la spinta che, ad esempio, si è registrata in Spagna (+7,4 punti).
In nessuno dei Paesi europei presi in considerazione lo scarto tra generazioni è così ampio. Le differenze poi si accentuano se si fa il calcolo dal 2012: tra le teste grigie l'occupazione ha guadagnato 14 punti, mentre per gli altri compare ancora il segno meno (-1,6 punti). Certo, si può controbattere che in Italia si andava in pensione prima: avevamo uno dei tassi di occupazione tra gli over 55 più bassi, ma ora ci superano solo i tedeschi. E, ancora, si può notare come in Francia negli ultimi quattro anni la crescita dei posti di lavoro tra i più giovani sia stata modesta (appena +0,3 punti), ma lì la disoccupazione è rimasta nei ranghi, almeno rispetto a
quanto accaduto in Italia. Per non parlare della Germania.