Economia

INTERVISTA. Leidi: mutui anche ai precari Se stanno sul mercato

Pietro Saccò giovedì 22 agosto 2013
​La campagna promozionale è stata massiccia, difficile non averla notata. Ubi Banca ha scelto due piccioni nel loro nido e il calembour «l’amore è una casa meravigliosa» per presentare la sua nuova offerta di mutui per le giovani coppie. Prestiti immobiliari «per coppie determinate anche anche se non hanno un lavoro a tempo indeterminato» si legge nei manifesti. Il mutuo per le coppie di precari, hanno semplificato i più. «Siamo partiti a maggio, abbiamo visto segnali di grande interesse: i giovani vengono in filiale, si informano sul nostro sito. Il processo di accensione di un prestito immobiliare non è immediato, ma abbiamo diverse centinaia di questi mutui per giovani coppie già in corso di perfezionamento» spiega Rossella Leidi, vice direttore generale e Chief Business Officer di Ubi Banca.Proporre  mutui a chi non ha la garanzia di un posto fisso in un momento così critico per l’economia. Che idea è?Abbiamo fatto una riflessione: il mercato del lavoro sta cambiando e la linea di demarcazione tra contratto a tempo indeterminato e precariato non è più così netta. Come banca non possiamo guardare solo alla stabilità del posto, dobbiamo invece valutare la capacità dei giovani di reinserirsi.Studierete i curriculum dei clienti?No, abbiamo fissato dei paletti. I ragazzi devono avere lavorato almeno 18 mesi negli ultimi due anni. Questo ci sembra un buon criterio per capire se il lavoratore sa davvero stare sul mercato. Inoltre ci sono altre garanzie: intanto il mutuo è concesso alla coppia, quindi i lavoratori sono due, mentre la rata non può superare il 35% del loro reddito. Per gestire potenziali situazioni di difficoltà diamo la possibilità di sospendere il pagamento delle rate per un anno due volte durante l’intero periodo del prestito.Per rilanciare l’immobiliare la Cassa depositi e prestiti potrebbe comprare dalle banche i mutui concessi ai giovani. Pensate che un intervento del genere possa servire?A prescindere dalle garanzie pubbliche noi stiamo dimostrando che vogliamo stare su questo mercato, consapevoli del rischio. Se Cassa Depositi e Prestiti intervenisse assumendosi parte del rischio, l’iniziativa costituirebbe di certo un valido supporto a tutto il sistema bancario e sopratutto per quegli istituti che hanno un basso livello di patrimonializzazione, ma questo non è il nostro caso.Quanto pesa davvero l’assenza di credito nella crisi del mattone italiano?Non credo che sia il fattore determinante. Stiamo verificando da diversi mesi una domanda molto debole, sebbene con qualche segnale di leggero miglioramento negli ultimi mesi. Il problema non è tanto il mutuo, quanto la volontà dei clienti. Davanti a una situazione economica così difficile e prospettive così incerte è ovviamente difficile progettare una spesa impegnativa per l’acquisto di una casa.