Ultimo avviso ai percettori di prestazioni d’invalidità civile. Chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi per l’anno 2018 e non ha comunicato all’Istituto di previdenza sociale il proprio reddito, sta per ricevere la raccomandata dell’Inps che lo invita, un’ultima volta, a provvedere all’adempimento.
Secondo i calcoli dell’Inps sono 36.763 cittadini. Trascorsi 60 giorni dal ricevimento della raccomanda senza riscontro, scatterà la sospensione della prestazione (assegno sociale, pensioni e assegni d’invalidità civile) per 120 giorni, al termine dei quali, se ancora non risulterà alcun riscontro, la prestazione verrà revocata e sarà calcolato il debito da rimborsare (anni dal 2018 al 2022). Le prestazioni assistenziali d’invalidità civile e l’assegno sociale sono prestazioni collegate al reddito del percettore. Vengono corrisposte, cioè, qualora il beneficiario dimostri di possedere redditi inferiori ai limiti fissati per legge. Talvolta, per la concessione di alcune prestazioni, la legge non solo stabilisce un limite reddituale, ma impone pure (sempre ai soggetti beneficiari) di comunicare all’Inps la propria situazione reddituale, qualora non siano tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi al Fisco. Le prestazioni nel mirino dell’Inps sono:a)
assegno sociale (legge 335/1995 e art. 19 legge 118/1971);b)
pensione di inabilità (art. 12 legge 118/1971);c)
pensione ai ciechi civili (legge 382/ 1970);d)
pensione ai sordi (art. 1 legge 381/1970).
Da accertamenti effettuati, ha spiegato l’Inps in un messaggio (n. 3350), sono state individuate numerose posizioni di soggetti che non hanno provveduto a nessuno dei due adempimenti: non hanno, cioè, né presentato la dichiarazione dei redditi al Fisco e né hanno comunicato i redditi all’Inps. L’istituto, pertanto, ha inviato un primo sollecito, richiedendo le comunicazioni reddituali. All’esito di tale prima comunicazione per l’anno 2018, l’Inps ha individuato 36.763 soggetti che non hanno fatto né la dichiarazione dei redditi 2019 (per l’anno 2018), né la comunicazione all’Inps, né hanno dato riscontro al sollecito. Relativamente a tali soggetti, l’Inps si appresenta a procedere alla sospensione e alla successiva revoca delle prestazioni economiche in godimento. In particolare, l’Inps sta procedendo a estrarre i soggetti in età lavorativa (fascia di età da 18 a 66 anni e 7 mesi), beneficiari di assegno mensile di assistenza, di pensione d’inabilità per invalidità civile, di pensione per cecità, assoluta o parziale, di pensione per sordità. A loro sta per inviare il «preavviso di sospensione», a mezzo raccomandata A/R, in cui ribadisce l’esigenza di avere un riscontro reddituale. Entro 60 giorni, i cittadini interessati dovranno comunicare i redditi posseduti attraverso la specifica domanda telematica di «Ricostituzione reddituale per sospensione». Trascorsi i 60 giorni senza riscontro, l’Inps procederà alla sospensione della prestazione inviando agli interessati comunicazione a mezzo raccomandata A/R. Allo scadere di altri 120 giorni dalla data di sospensione, senza che vi sia stato riscontro, la prestazione sarà revocata e verrà anche calcolato il debito relativo all’anno di reddito non dichiarato (cioè dall’anno 2018 al 2022). Il tutto sarà comunicato agli interessati sempre con raccomanda A/R. Idem opererà l’Inps anche con riferimento ai soggetti che non hanno 80 anni d'età al 31 dicembre 2018 e sono beneficiari di assegno sociale ordinario/pensione sociale o assegno sociale sostitutivo. In particolare, l’Inps invierà una nota a mezzo raccomandata A/R in cui ribadisce l’esigenza di un riscontro reddituale, invitando i destinatari a provvedervi entro 60 giorni. Trascorsi 60 giorni senza riscontro, l’Inps procederà alla sospensione della prestazione per gli anni di reddito 2018 (non dichiarati) e al conseguente recupero delle prestazioni pagate e non dovute.