Economia

Osservatorio Inps. La pandemia cancella mezzo milione di contratti a termine

Cinzia Arena giovedì 18 marzo 2021

Commercio e ristorazione i settori più colpiti dal calo dei contratti a termine

Un bilancio drammatico nonostante il blocco dei licenziamenti. Nel 2020 sono andati in fumo 660mila posti di lavoro. La pandemia ha spazzato via soprattutto i contratti a termine (493mila) e le altre tipologie di rapporti di lavoro flessibili (-462mila), mentre quelli a tempo indeterminato sono cresciuti (+259mila). L’Osservatorio Inps sul precariato ha diffuso ieri il saldo annualizzato dei posti di lavoro, vale a dire la differenza tra i flussi di assunzioni e quelli di cessazioni. Le assunzioni da privati sono state 5 milioni, con un calo del 31% rispetto al 2019. Il crollo maggiore nel mese di aprile (-83%), poi la curva si è progressivamente attenuata, in corrispondenza dell'allentamento delle misure restrittive nei mesi estivi scendendo sotto il 20% fino ad ottobre, per poi risalire con la terza ondata (-25% a novembre e -42% a dicembre).

Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali ma è risultato più accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine (intermittenti, somministrati, a tempo determinato). Le trasformazioni da tempo determinato nel 2020 sono state 553.000 (-22%). Nel mese dicembre si è registrata una significativa inversione di tendenza con forte incremento, pari all'82% rispetto al 2019, trainato dalle agevolazioni predisposte dal decreto Agosto e in scadenza a fine anno. Le cessazioni sono state in complesso 5.688.000 con un calo (-20%). La riduzione è stata particolarmente accentuata per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato nel periodo marzo-dicembre.Il commercio, la ristorazione e l’alloggio sono stati i settori più colpiti, nei quali si sono concentrati la metà dei posti di lavoro persi, ed un saldo annuale negativo di 370mila unità e un vero e proprio crollo dei contratti non stabili (-452.mila rispetto a dicembre 2019).

Una buona notizia arriva dai licenziamenti economici relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato passati da 500mila nel 2019 a meno di 250mila nel 2020. Effetto del blocco dei licenziamenti ma anche del massiccio utilizzo della cassa integrazione. I licenziamenti disciplinari su base annua (sempre relativamente ai contratti a tempo indeterminato) sono leggermente aumentati passando da 80mila a 85mila. Le ore di cassa integrazione per emergenza sanitaria autorizzate dall'Inps tra aprile 2020 e febbraio 2021 sono state 4.396,2 milioni, di cui 1.980,3 di cig ordinaria, 1.501,7 per l'assegno ordinario dei fondi di solidarietà e 914,2 di cig in deroga. L’immobilismo del mercato del lavoro ha prodotto come effetto collaterale un calo delle richieste di indennità di disoccupazione che a gennaio 2021 sono state solo 144mila, con un calo del 19,8% rispetto all’anno precedente.