Digitale. Infrastrutture in ritardo
La “sofferenza digitale" è presente su tutto il territorio del Belpaese senza distinguere tra Nord e Sud ne tra Regioni. Emerge dal rapporto "Ey digital infrastructure index" di Ey che analizza il livello di efficienza delle infrastrutture digitali delle 107 province, considerando sia la diffusione delle infrastrutture Tlc e broadband, sia il grado di digitalizzazione delle altre.
Nella classifica, nella top 20 si piazzano Genova, Milano, Roma, Bologna, Torino, Firenze, Napoli, La Spezia, Ferrara, Parma, Prato, Cagliari, Reggio Emilia, Modena, Monza e Brianza, Trento e Brescia. Tra le ultime Nuoro, Isernia, Macerata, Pesaro Urbino, Carbonia Iglesias, Crotone, Rovigo, Vibo Valentia, Enna e Fermo. L'indagine mette soprattutto in luce come ritardi nello sviluppo di infrastrutture digitali - il cloud computing, il 5G, strutture di Internet of things e sensoristica - siano presenti ovunque. Quasi in ogni Regione esiste un'area in forte ritardo, tranne in Emilia-Romagna, Umbria, Liguria e nelle piccole alpine. Mentre il livello di infrastrutture digitali delle filiere produttive è disomogeneo: sette filiere superano il valore medio nazionale di presenza di infrastrutture digitali (Milano, Torino, Bologna, Roma), invece le filiere con minori infrastrutture sono l'Agrifood ed il Retail Food, poiché nelle aree rurali le infrastrutture digitali sono meno diffuse. Peraltro l'indagine mette in luce che le Province con infrastrutture digitali più avanzate sono quelle che hanno retto meglio alla pandemia.
L’Italia per il rilancio economico deve “accelerare sulla digitalizzazione, a partire dagli investimenti sulle infrastrutture digitali”, sottolinea Andrea D'Acunto, Med Telco, Media & Technology Leader di Ey. “L'accelerazione deve avvenire con una definizione delle priorità che metta in relazione la localizzazione del sistema produttivo con la diffusione delle infrastrutture digitali. Parte del supporto economico agli investimenti digitali necessari ai territori, oggi in una condizione di gap, può venire dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, con le opportune differenze: nel caso delle Pmi per la modernizzazione dell'impresa, nel caso delle aziende più grandi per costruire o rafforzare l'ecosistema di filiera”.