Infojobs. Un 2020 all'insegna di risorse umane e tecnologia
Fabio Saini, Head of Job di Infojobs
Quasi mezzo milione di offerte pubblicate dalle aziende di tutta Italia nel 2019 su Infojobs dicono che il mercato del lavoro è particolarmente vivace nei settori del Terziario, della Produzione Industriale e dell’Ict. Questo è quanto emerge dall’Osservatorio, grazie al quale si sono anche potute analizzare nello specifico le dieci professioni che sono state maggiormente cercate e che aiutano a tracciare un primo bilancio su quello che ci possiamo attendere nel 2020. «Da un lato – spiega Filippo Saini, Head of Job di Infojobs - si tratta infatti di professioni dove l’elemento umano è imprescindibile e dove il numero di addetti rimane necessariamente elevato o che si presta a un maggior turn-over: addetti alla logistica, spostamento merci e spedizioni; addetti alle vendite, sia per la grande distribuzione che per il commercio al dettaglio; operai non specializzati. Dall’altro, sempre per rimanere nella top 10 delle professioni più cercate, registriamo una crescita sostanziale nel tech, dove industria 4.0 e digitalizzazione pervasiva richiedono hard skills specifiche: qui spiccano disegnatori industriali (7° posto), per i quali viene richiesta capacità di utilizzo di Autocad, progettazione architetturale, ma anche grafica e software per il disegno tecnico; oppure sviluppatori software (8° posto), con capacità di analisi delle specifiche del software, progettazione software e informatica». L’analisi delle tendenze del mercato del lavoro per il 2020 conferma questa visione delle aziende in cui l’uomo ritorna protagonista, dove le risorse umane sono la base primaria e la tecnologia il mezzo che permette di sceglierle, formarle e nutrirle costantemente, per creare un ecosistema in cui a ogni livello vengono condivisi valori e obiettivi comuni, premessa fondante di una vera ed efficace organizzazione liquida, per aumentare la motivazione dei dipendenti e per attrarre nuovi talenti. Tra le regioni in crescita l'Abruzzo. Come si spiega? «Già nel corso del primo semestre del 2019 – precisa Saini -avevamo riscontrato una crescita sostanziale nella regione, con il +16,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e oltre un terzo delle offerte della regione concentrate nella provincia di Chieti. Da un lato questo è sicuramente dovuto al fatto che la regione segue la tendenza nazionale, con le aziende del settore terziario a essere quelle più attive nella ricerca di personale, con la categoria dedicata ai servizi alle Imprese che conta il 30,4% delle offerte e cresce di circa il 40% rispetto al 2018. Inoltre, anche qui è emerso un crescente interesse nei confronti della tecnologia e dell’innovazione, con le telecomunicazioni in pole position. Riteniamo importante sottolineare anche che rispetto a qualche anno fa, la mappa della “digitalizzazione” a livello del nostro Paese evidenzia una distinzione meno marcata tra Nord e Centro-Sud, con regioni come l’Abruzzo che crescono più velocemente perché sta cambiando il modo delle aziende di cercare persone, con il digitale sempre più protagonista delle fasi di ricerca e selezione». In questo scenario, un ruolo di fondamentale importanza è dato dalla formazione, un aspetto-chiave soprattutto per le aziende di piccole e medie dimensioni, perché la formazione continua permette di lavorare su un duplice livello. Da un lato valorizzando le risorse grazie a un aggiornamento continuo che permette di restare al passo con i tempi ed evolversi in linea con le rinnovate esigenze aziendali; dall’altro creando nuove figure professionali che non esistono sul mercato e che possono essere formate solo sul campo, per rispondere a quelle che sono le esigenze specifiche ed esclusive di quell’azienda. «Più in generale – precisa il manager - le aziende devono poi essere attrattive per i candidati. È essenziale quindi l’employer branding, imprescindibile per qualsiasi azienda che voglia attirare nuove risorse soprattutto quando le risorse disponibili sono poche e contese da diversi competitor. Che sia interna o esterna, in un mercato altamente competitivo è fondamentale per le aziende costruirsi una reputazione solida, che miri ad attrarre candidati e clienti, ma anche a mantenere alto l’engagement dei dipendenti, primi ambassador del brand. Non a caso, nel 2020 l’employer branding rappresenta un asset per le aziende, tanto da non essere più un trend emergente ma una realtà consolidata. Alla formazione, quindi, non si può assolutamente rinunciare ed è importante valorizzarla sempre di più: sia a livello interno nelle singole aziende sia all’interno delle scuole, gli istituti tecnici sono per esempio una risorsa irrinunciabile nei distretti produttivi, dove i percorsi formativi sono a volte studiati insieme alle aziende del territorio, per rispondere a bisogni specifici e garantire un perfetto match con la domanda».