Fondazione Cuoa e Nomisma uniscono le proprie competenze in materia di formazione imprenditoriale, manageriale e di ricerca economica nella prima edizione del corso executive in
Management delle aziende agroalimentari, che inizierà il prossimo
27 giugno.L’industria alimentare è il secondo settore industriale del Paese dopo la meccanica. Per il suo carattere anticiclico è l’industria che ha meglio tenuto in questo periodo di crisi, rivolgendosi soprattutto al mercato estero, dove le esportazioni nel 2013 hanno raggiunto i 24,7 miliardi di euro.Un settore quindi, che sta acquisendo sempre più peso sulla bilancia commerciale del nostro Paese, anche se la sua struttura produttiva è dominata da imprese di piccole dimensioni. Il 98,5% dell’industria alimentare è composto, infatti, da imprese con meno di 50 addetti, ridotta capacità organizzativa e spesso scarsamente dotate di capitale. Si tratta di criticità che minano alla base la propensione all’export delle imprese italiane e che spiegano il divario con i principali competitor, come Francia e Germania.La capacità di tenuta dell’industria alimentare e i successi raggiunti sul mercato estero sono sicuramente merito della tenacia e della professionalità degli imprenditori e dei manager che le dirigono, ma è noto che tra i problemi delle piccole imprese vi è la difficoltà di disporre di mezzi sufficienti da investire in ricerca e sviluppo.Per questo motivo Fondazione Cuoa e Nomisma offrono un corso executive, modulare e part time, che mira a rispondere a domande inespresse degli operatori e ad aggiungere alla loro esperienza metodologie e conoscenze gestionali e produttive capaci di potenziare ulteriormente i successi raggiunti.A tale proposito,
Corrado Giacomini, professore presso l’Università di Parma, Dipartimento di Economia, sezione di Economia Agroalimentare, nonché Referente scientifico del corso, commenta: "In un mercato globalizzato dove la competizione è particolarmente accesa non si può pensare che i successi ottenuti dipendano solo dallo 'stellone' italiano, soprattutto se il successo continua. Vuol dire che i nostri imprenditori hanno aggiunto al coraggio una maggiore preparazione e formazione manageriale", e aggiunge: "Secondo i recenti dati dell’Isfol, l’ente pubblico di ricerca sulle politiche di formazione, nel 2012 tra le aziende italiane che hanno offerto - solo il 6,6% - ai propri manager la possibilità di seguire percorsi di formazione, il 25,3% ha sviluppato innovazioni di processo, il 36% innovazioni organizzative e il 22% innovazioni di marketing".Il corso beneficia della collaborazione di Federalimentare Servizi, Alleanza delle Cooperative Italiane (Fedagri, Confcooperative, Legacoop e Agci) – Agroalimentare e Confindustria Veneto Agroalimentare.Per maggiori informazioni:
www.cuoa.it.