Le grandi marche cercano talenti tra i neo laureati, ma non sempre li trovano. Tra i fattori che contano nella selezione, conoscenza delle lingue, ambito di studio, regolarità nel percorso formativo, competenze trasversali, esperienze all’estero. In gioco entrano anche attitudini come la motivazione, la capacità relazionale, la flessibilità e lo spirito d’iniziativa. Non sempre, però, la preparazione e le caratteristiche rispondono ai profili desiderati. Le conoscenze linguistiche, per esempio, sono richieste nell’83% dei casi, ma presenti solo nel 58,5% delle candidature.È quanto emerge da un focus dedicato all’industria di marca dell’indagine
Neolaureati nel mondo del lavoro e nell’industria di marca - Canali di reclutamento, profili, esigenze delle imprese, presentata oggi a Milano dal consorzio interuniversitario Almalaurea in collaborazione con Centromarca, Associazione italiana dell’industria di marca.Un settore, quello dell’industria di marca, che si contraddistingue per la forte propensione alla valorizzazione dei laureati e per un’elevata efficienza nel reclutamento. Il 60% delle industrie prevede da 1 a 20 inserimenti di neolaureati nel biennio 2015-2016; l’11% oltre 50. Si tratta di aziende importanti in termini di dimensioni o quota di mercato, dove i giovani sono considerati risorse preziose per tenere alto il potenziale competitivo dell’industria e del prodotto di marca sui mercati italiano e internazionale. Nell’ultimo biennio sono stati inseriti da 5 a 20 neolaureati nel 23% delle aziende, con punte di oltre 50 nel 21%.La laurea di secondo livello (magistrale o a ciclo unico) è preferita dal 72,5% delle industrie di marca. Tra le aree disciplinari più rilevanti per i selezionatori, emergono quelle economico-statistiche (77%) e ingegneria (74,5%).Tra le industrie di marca, le
soft skills ricoprono un ruolo rilevante. Nel dettaglio, risultano molto importanti la motivazione e l’impegno lavorativo, la capacità relazionale, la flessibilità e l’adattabilità, l’attitudine a conseguire obiettivi, il lavoro in gruppo, ma anche lo spirito di iniziativa e abilità nel
problem solving. Scarso riscontro rivelano il livello di flessibilità/adattabilità dei candidati e la motivazione. Buona corrispondenza, invece, si ha per il lavoro in gruppo, per la capacità di gestire le informazioni e per l’apprendimento continuo.I canali di ricerca più utilizzati sono i servizi di placement universitario e il sito Internet aziendale, con quote che superano per ciascuno il 65%. Al terzo posto i servizi di selezione offerti da Almalaurea. I Centri per l’impiego, come ClicLavoro (portale del ministero del Lavoro) e le inserzioni, hanno un peso meno rilevante. Da non sottovalutare il ricorso delle imprese a social network e social media, in particolare a LinkedIn, per la ricerca di personale neolaureato.