Inclusione. Ecco i vincitori del "Diversity Brand Awards"
Francesca Vecchioni, presidente di Diversity
Google e la piattaforma "Virtual Lis-Lingua italiana dei segni" di Rai sono i vincitori dei Diversity Brand Awards 2021, i premi riconosciuti alle aziende capaci di veicolare al mercato finale il loro reale impegno sul fronte dell'inclusione. I riconoscimenti sono stati assegnati durante la IV edizione del Diversity Brand Summit e hanno visto vincitore Google per il suo lavoro diffuso sull'inclusione, soprattutto su genere, orientamento sessuale e affettivo e disabilità, e vincitore "Digital" "Virtual Lis" di Rai, piattaforma capace di erogare servizi e contenuti nella lingua italiana dei segni mediante un avatar virtuale. I vincitori sono stati individuati dalla sintesi dei risultati di una indagine e delle valutazioni del comitato scientifico.
Il Diversity Brand Summit ha riunito per il quarto anno consecutivo i marchi più inclusivi emersi dal Diversity Brand Index 2021, progetto di ricerca volto a misurare la capacità dei marchi di sviluppare con efficacia una cultura orientata alla Diversity & Inclusion attraverso le loro iniziative e attività realizzate in Italia. L'evento è organizzato e promosso dalla non profit Diversity, fondata da Francesca Vecchioni, e dalla società di consulenza strategica Focus Mgmt e realizzato con il patrocinio della Commissione Europea e del Comune di Milano, condotto da Marta Perego e si è tenuto in formato digitale grazie alla partnership con Trevisan & Cuonzo e Extra.it, che ha fornito la piattaforma digital su cui si è svolto.
«È con estremo piacere che accolgo questo riconoscimento, che - attraversando diverse iniziative - coglie a pieno il concetto di alleanza espresso ogni giorno dalla comunità dei Googler - dichiara Fabio Vaccarono, vice presidente - Managing Director Italy di Google -. Fin dalle sue origini, Google è impegnata a rendere la diversità, l'equità e l'inclusione parte di tutto ciò che facciamo: dal modo in cui costruiamo i nostri prodotti, al modo in cui interagiamo con le persone nel posto di lavoro. Nel realizzare questa visione, abbiamo sempre sentito un elevato livello di responsabilità verso la società e la comunità in cui operiamo: per questo abbiamo fatto nostro il compito di incoraggiare rispetto, equità, uguaglianza nella diversità e inclusione. E nella situazione di emergenza che stiamo attraversando, l'impegno ad aiutare tutte le comunità a proteggere questi valori e tutelare i diritti che hanno acquisito negli anni e, in alcuni casi, acquisirne di nuovi si è fatto ancora più forte».
«La vittoria nel Digital Diversity Brand Award è per il servizio pubblico motivo di particolare orgoglio. Arriva dopo che la Rai è stata inserita per il terzo anno consecutivo nella lista delle aziende più inclusive, per di più in un periodo drammaticamente segnato dalla pandemia - così Giovanni Parapini, direttore Rai per il Sociale -. Mentre vige ovunque la regola ferrea del distanziamento fisico, il servizio pubblico sa essere - come è suo dovere - fattore di coesione: contribuisce cioè a rompere l’isolamento di quelle persone che del contatto con gli altri hanno un bisogno vitale. Lo fa stavolta con un progetto che mette insieme un forte valore sociale e una tecnologia d’avanguardia, come è tipico delle realizzazioni del Crits Rai, il Centro ricerche, innovazione tecnologica e sperimentazione della Rai a Torino. Il Virtual Lis è rivolto alle persone sorde segnanti, con un avatar che si esprime nella lingua italiana dei segni: una piattaforma che si è ulteriormente arricchita con un’applicazione pensata per la didattica, che permette di imparare la Lis via web e generare nuovi contenuti. È un modo molto concreto attraverso il quale il servizio pubblico ribadisce che nessuno deve sentirsi escluso».