Scioperi. Dai ferrovieri agli autisti: in Germania tutti chiedono l'aumento
I dipendenti di Lufthansa protestano davanti all'aeroporto di Monaco di Baviera
«Fino a poco tempo fa in Germania si scioperava per migliorare la propria condizione lavorativa e salariale, ora si sciopera anche per difendersi da inflazione e caro-vita, e in alcuni casi per salvare il proprio lavoro». Parola del politologo Alexander Gallas, professore di Scienze sociali all’Università di Kassel.
Nel Paese è in corso da settimane un’ondata di scioperi, forse senza precedenti. «In realtà – aggiunge Gallas – ci sono state altre fasi storiche con ondate di scioperi, come per esempio nei primi anni 2000, ma ciò che ora colpisce è la varietà dei settori in cui vengono indetti gli scioperi e le motivazioni che spingono a scioperare». Nelle ultime settimane hanno scioperato in Germania i macchinisti, ferrovieri e personale di Deutsche Bahn, ma anche insegnati di scuole e asili, personale di terra delle compagnie aeree e ampie rappresentanze del pubblico impiego. E non vanno dimenticati agricoltori e contadini che non hanno alcuna intenzione di fermarsi: da oltre un mese, con i loro trattori, continuano a bloccare strade ed autostrade in tutta la Germania. Mercoledì si è vissuta un’altra giornata difficile nel settore del trasporto aereo. Per 27 ore hanno incrociato le braccia circa 25mila lavoratori del personale di Lufthansa, la compagnia di bandiera tedesca: colpiti 100mila passeggeri. Il sindacato Ver.di ha minacciato di estendere gli scioperi se il consiglio di amministrazione della compagnia aerea non migliorerà in modo significativo l'attuale offerta salariale per il personale di terra.
Nella vertenza salariale in corso, l'unione dei sindacati del settore dei servizi chiede un aumento delle retribuzioni del 12,5%: almeno 500 euro al mese in più in busta paga per un anno e un bonus per l'inflazione a livello di gruppo di 3mila euro. La compagnia ha offerto il 13% in più di retribuzione per tre anni e un bonus per l’inflazione da stabilire. Il prossimo round di negoziati è previsto per lunedì prossimo: il 1° febbraio in 81 città tedesche per oltre 24 ore si sono fermati tutti i bus, tram e metropolitane pubblici. Lo sciopero ha riguardato i dipendenti di circa 130 aziende comunali che gestiscono il trasporto pubblico urbano. Anche loro chiedono sostanziosi aumenti salariali e un premio anti-inflazione. E a fine gennaio si è svolto in Germania il più lungo sciopero dei treni nella storia di Deutsche Bahn: sei giorni, indetti dal sindacato dei macchinisti Gdl, una protesta interrotta alla fine del quinto giorno. I ferrovieri chiedono da mesi di ridurre il lavoro settimanale da 38 a 35 ore a parità di salario e un aumento della retribuzione di 555 euro al mese per i dipendenti, più un pagamento una tantum fino a 3mila euro per contrastare l’inflazione.
La Deutsche Bahn dal canto suo ha offerto la riduzione della settimana lavorativa a 37 ore a parità di salario a partire dal 1 gennaio 2026. Chi continuerà a lavorare 38 ore, otterrà un aumento salariale del 2,7%. Ma ancora non è stato trovato un accordo. Secondo il ministero dei Trasporti federale, ogni giorno di sciopero nel settore delle ferrovie, ha provocato danni alle aziende tedesche per circa 25 milioni di euro. Gravissimi danni nel settore della componentistica industriale e per il settore chimico: secondo la federazione dell’industria chimica tedesca su rotaia ogni giorno in Germania vengono trasportate circa 30.000 tonnellate di materiale liquido o gassoso. Per non parlare del settore auto, le case automobilistiche tedesche in quei cinque giorni non hanno potuto esportare circa 60.000 auto che dovevano raggiungere con i treni i porti tedeschi europei per raggiungere l’estremo oriente o le Americhe.
Il mondo politico, dopo questa ondata di scioperi, sta ragionando sulla possibilità e necessità di modificare le leggi che regolano il diritto allo sciopero. Secondo l’Unione democristiana Cdu/Csu e anche per i liberali della Fdp, al governo con socialdemocratici e verdi, si dovrebbero introdurre norme in base alle quali sindacati e aziende, soprattutto nel settore dei trasporti pubblici, siano obbligati a trovare accordi per evitare, per esempio, che uno sciopero dei ferrovieri possa provocare danni economici incalcolabili. Il cancelliere Olaf Scholz ha ribadito che «scioperare è un diritto di tutti i lavoratori, stabilito anche dalla costituzione», ma ha anche aggiunto che il diritto allo sciopero dovrebbe essere utilizzato anche in modo ponderato.