Sostenibilità. In Franciacorta il legno delle barrique trasformato in nidi dai detenuti
Posa dei nidi artificiali nel vigneto: da sinistra, Riccardo, Gualberto e Filippo Ricci Curbastro
Da albero a barrique, fino a nidi artificiali costruiti dai detenuti dell'istituto di pena di Alessandria. È il ciclo virtuoso del legno all'insegna del recupero di persone e materiali al centro del percorso "Le tre vite dell'albero", primo capitolo del progetto "Il Nido della Sostenibilità" che l'azienda Ricci Curbastro in Franciacorta svilupperà nel corso dei prossimi anni. Ai detenuti del carcere piemontese è stato infatti affidato il compito di trasformare le doghe di barili e barriques in cassette per nidi artificiali destinati ai vigneti aziendali per ospitare cinciallegre, codirossi e altri insettivori utili all'equilibrio naturale dei vigneti stessi.
«Tutto ciò che utilizziamo in cantina segue una logica di naturale recupero", spiega Riccardo Ricci Curbastro, titolare dell'azienda (certificata sostenibile con lo standard Equalitas dal 2017), «come il sughero dei tappi usato per la produzione di pannelli fonoassorbenti e coibentanti o, su alcuni vini fermi, tappi in polimero prodotto da canna da zucchero, ad impatto produttivo neutro e interamente riciclabili». Il legno di barili e barriques, che in questo caso proviene da foreste demaniali francesi gestite in modo sostenibile, non è sempre facile da riciclare. «Offriamo allora a queste doghe di rovere una terza vita - evidenzia Ricci Curbastro dopo la crescita in foresta e l'uso per svariati anni come contenitore per la maturazione dei nostri vini». A questo punto, al concetto di sostenibilità ambientale ed economica si è aggiunto il terzo pilastro della sostenibilità etica, grazie alla lavorazione assegnata al reparto di falegnameria del carcere alessandrino.