Occupazione. In calo i contratti a tempo indeterminato, boom di quelli «a chiamata»
Si conferma anche nel terzo trimestre la forte crescita dei contratti a tempo determinato, con un aumento - rispetto al secondo trimestre - di 81mila posizioni, a fronte di un lieve calo a tempo indeterminato (-6 mila) dopo due anni e mezzo. Mentre sono il lavoro dipendente e il settore dei servizi a trainare la crescita dell'occupazione. È quanto emerge dalla nota trimestrale sulle tendenze sull'occupazione nel terzo trimestre dell'anno diffusa da Istat, Ministero del lavoro, Inps, Inail e Anpal.
Il numero di lavoratori a chiamata o intermittenti (Inps-Uniemens) nel terzo trimestre 2017 mostra una nuova forte crescita (+77,9%) iniziata dal secondo trimestre (+75,6%), soprattutto a seguito dell'abrogazione del lavoro accessorio (voucher). Analogamente prosegue il significativo aumento del numero dei lavoratori somministrati (+23,8% nel terzo trimestre 2017), in crescita tendenziale dal secondo trimestre 2013, con una forte accelerazione a partire dal primo trimestre 2017 (+22,5%) e confermata nel secondo del 2017 (+24,4%).
La crescita tendenziale dell'occupazione è ancora interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente in termini sia di occupati (+2,3%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell'industria e dei servizi (+3,6%, Istat, Rilevazione Oros).
Ciò trova conferma nei dati del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali tratti dalle Comunicazioni obbligatorie rielaborate (+482 mila posizioni lavorative nel terzo trimestre 2017 rispetto al terzo del 2016) e nei dati dell'Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private (+550 mila posizioni lavorative al 30 settembre 2017 rispetto al 30 settembre 2016). L'aumento tendenziale delle posizioni lavorative dipendenti riguarda tutte le classi dimensionali d'impresa.
Il lavoro indipendente continua a diminuire a livello sia tendenziale (-99 mila occupati, -1,8%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro), riguardando in oltre la metà dei casi i collaboratori , sia congiunturale (-22 mila occupati, -0,4%, Istat) sebbene con ritmi meno intensi in confronto allo scorso trimestre.
Le posizioni lavorative dipendenti presentano, nei dati destagionalizzati, un incremento congiunturale concentrato nel settore dei servizi. Nel terzo trimestre 2017 in base alle comunicazioni obbligatorie le attivazioni sono due milioni 335mila e le cessazioni due milioni 260mila, determinando un saldo positivo di 75mila posizioni di lavoro dipendente. Ciò è sintesi della crescita nei servizi (+77mila posizioni) e, seppure ridotta, nell'industria in senso stretto (+12 mila), della stabilità nelle costruzioni, e della riduzione nell'agricoltura (-14 mila).