Economia

Alimentare. In arrivo la carne coltivata per cani e gatti. Italia pronta a blindarsi

Paolo M. Alfieri giovedì 9 novembre 2023

La start up ceca Bene Meat Technologies è la prima impresa a ottenere dall’Unione Europea la registrazione per la produzione di carne sintetica da utilizzare come cibo per animali domestici. Ad annunciarlo, ieri, è stata la stessa start up, una delle tante a livello globale impegnate nella corsa alla produzione di questo tipo di alimenti, che potrebbero essere presto banditi in Italia. Negli Stati Uniti è stata l’azienda Upside Foods and Good Meat a ottenere l’approvazione necessaria lo scorso giugno per la sua “carne coltivata”, prodotta a partire da cellule animali, per il consumo umano. Ma la produzione su larga scala non è ancora in vista.

La ceca Bene Meat si è concentrata invece per ora sul settore degli animali domestici, riuscendo ad arrivare, prima a livello globale, a un prodotto che potrebbe essere presto utilizzato dai produttori di cibo per cani e gatti come ingrediente per i loro prodotti finali. La carne sintetica Bene Meat ha ricevuto la certificazione dello European Feed Materials Register, ha reso noto l’azienda, che ha ora intenzione di aumentare la sua produzione: “Al momento siamo nell’ordine dei chilogrammi al giorno, ma durante il prossimo anno arriveremo a qualche tonnellata quotidiana”.

La start up, avviata nel 2020 e di proprietà del gruppo ceco di dispositivi medici Btl, ha più di 80 ricercatori e sviluppatori. Tra i suoi obiettivi ha anche quello di sviluppare alimenti sintetici per il consumo umano. L’impresa, come altre simili, usa cellule da animali vivi che vengono coltivate poi in laboratorio. Per i sostenitori della carne sintetica, tra i vantaggi ci sono l’assenza di antibiotici, l’impatto ambientale più basso, l’assenza di consumo di acqua e suolo per allevare gli animali, la diminuzione del numero di animali uccisi. I detrattori denunciano l’assenza di studi approfonditi sulla sicurezza nutrizionale di questo tipo di carne, la possibilità di innesco di cellule tumorali determinate dalle staminali, l’elevata produzione di anidride carbonica e l’alto costo energetico del procedimento.

In Italia il governo punta a chiudere entro il 16 novembre con un disegno di legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare carne coltivata per uso alimentare o per i mangimi animali, anche se il provvedimento potrebbe essere fermato in sede europea. Coldiretti ha avviato una petizione che a oggi ha raccolto 2 milioni di firme a favore del provvedimento.