Secondo la Uil sono oltre 12 milioni di lavoratori, pubblici e privati – nove milioni nel privato e circa tre milioni nel pubblico – in attesa di un contratto nazionale di lavoro scaduto o in scadenza nel 2016. Per l’Istat in attesa ci sarebbero 8,2 milioni di dipendenti e di questi 2,9 milioni riguarderebbero la Pubblica amministrazione.A luglio c’è stato un rush di contratti siglati. Si sono chiusi quelli dei settori ottica (15mila addetti), vetro (20mila), autonoleggio (10mila), delle aziende del terziario di Confesercenti (400mila) e delle aziende pubbliche del settore igiene ambientale (50mila). Gli aumenti ottenuti da questi lavoratori oscillano dagli 80 ai 120 euro lordi spalmati in tre anni. Rinnovi che arrivano dopo che nel primo trimestre 2016 la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie è stata la più bassa mai registrata dall’Istat dall’inizio delle serie storiche cioè dal 1982.Insieme ai contratti nella Pubblica amministrazione (non rinnovati da quasi sette anni) restano da rinnovare quelli nazionali più significativi e di maggior impatto sulla capacità di spesa. Il primo è quello dei metalmeccanici scaduto il 31 dicembre. Riguarda 1,5 milioni di lavoratori ed è in stallo. Restano poi quelli di tessile, edilizia, editoria e comunicazioni (giornalisti compresi). Secondo l’indagine fatta dall’Uil fra i 37 contratti scaduti nel 2015 ne sono stati rinnovati solo otto, mentre dei 21 scaduti nel 2016 ne sono stati rinnovati solo cinque.