Economia

Fondi europei. Studio Ambrosetti: «Il 77% delle imprese in difficoltà coi bandi Pnrr»

Redazione Economia sabato 6 aprile 2024

Secondo l'Osservatorio di Teha, il 2024 sarà un anno «cruciale» per l'avanzamento del Pnrr, nel corso del quale dovranno essere raggiunti ben 113 obiettivi, di cui 19 legati a riforme e 94 legati a investimenti

Con 113 obiettivi da raggiungere tra riforme e investimenti, il 2024 è l’anno chiave per lo sviluppo del piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Ma secondo i dati dell’osservatorio di The European House – Ambrosetti, diffusi in occasione della 35esima edizione dello scenario di economia e finanza di Cernobbio, il 77 per cento delle imprese italiane ha avuto difficoltà nell’accesso ai bandi. E questo, seppur l’Italia sia tra i Paesi più avanti nell’attuazione del piano.

L’orizzonte temporale del Pnrr, i cui progetti devono essere completati entro il 2026, dimostra che il piano oggi abbia già superato metà del percorso: nei prossimi due anni, dunque, si deve passare dalla fase preparatoria a quella di realizzazione delle opere. E proprio su questo passaggio dalle riforme alla messa a terra degli investimenti sono state registrate le maggiori criticità. Le imprese spesso fanno ancora fatica a ottenere i finanziamenti: il 77% delle aziende ha dichiarato di aver avuto difficoltà a prendere parte ai bandi legati al Pnrr. Tra gli ostacoli più comuni la complessità di interpretazione (28%) e lo scarso dialogo con il soggetto appaltante (23%). In più, la maggior parte delle imprese aveva già lavorato con la pubblica amministrazione e non ha riscontrato miglioramenti nella chiarezza delle informazioni né nella riduzione di burocrazia e tempi delle pratiche.


L’Italia al momento è al primo posto per dotazione ricevuta – a oggi 102,5 miliardi di euro, pari al 54% del totale – ed è l’unico Paese, insieme al Portogallo, ad aver ottenuto la quarta rata.

In termini di percentuale di avanzamento, invece, è il secondo Paese, dopo la Francia, che però ha distribuito risorse e obiettivi in modo diverso, suddividendo l’importo totale in cinque rate rispetto alle 10 di Italia e Portogallo. Tra gli altri Paesi dell’Ue, la Spagna risulta indietro nell’implementazione del Pnrr, nonostante abbia ricevuto la terza rata, a causa di una significativa revisione del piano nel 2023.

Anche l’Italia ha rivisto il Pnrr, portando gli obiettivi da 527 a 617 e aumentando quelli legati alla transizione green e digitale. «Il nuovo piano prevede uno sprint finale più accentuato, con un numero significativamente maggiore di obiettivi da raggiungere nelle fasi conclusive» si legge nella nota diffusa dall’osservatorio di The European House – Ambrosetti. Dalla settima rata in poi sono previsti 348 obiettivi, 99 in più rispetto alla versione precedente del piano. Al momento il governo italiano ha chiesto la valutazione della quinta rata, comunicando all’Ue di aver raggiunto gli obiettivi previsti per la fine del 2023. Con l’approvazione della Commissione l’importo ricevuto dall’Italia salirebbe a 113 miliardi di euro, oltre il 58% del finanziamento totale.