Rapporto. Il vetro è sempre più "green", produzione bottiglie a +5,4%
settore. Ed è sicuramente la parte più interessante e attuale del Rapporto di sostenibilità dell'industria del vetro, realizzato da Ergo, Spin off dell'Università Sant'Anna di Pisa, presentato a Roma da Assovetro, l'associazione degli industriali del settore aderente a Confindustria. E, come detto, quelle del vetro si confermano davvero performance da record in economia circolare.
Nel 2018 la raccolta differenziata è cresciuta dell'8,4% mentre la quantità di rifiuti d'imballaggio in vetro riciclato è cresciuta del 6,6%, facendo raggiungere il 76,3% al tasso di riciclo, ampiamente superiore a quanto richiesto dalla normativa italiana (66%) e europea (75% entro il 2030), come ha sottolineato con soddisfazione Marco Ravasi, presidente dei produttori vetro cavo (bottiglie e vasi), lamentando però che in alcune regioni si trova ancora materiale estraneo nelle "campane", effetto di una raccolta ancora non completamente efficiente. Le regioni più "virtuose" nella raccolta sono la Valle d'Aosta (56 chili per abitante l'anno), la Sardegna (47,6), il Trentino Alto Adige (47,4), il Veneto (46,4). Non solo Nord, dunque. Viene segnalata la forte crescita anche in Sicilia, malgrado il pessimo sistema di gestione dei rifiuti. Mentre al Sud sono ancora pochi gli "utilizzatori finali" di vetro riciclato, che così deve fare lunghi viaggi verso gli impianti del Nord, con costi economici e ambientali. Ma è l'unico elemento critico di un sistema sempre più green. Così le aziende non solo usano sempre più rifiuti di vetro, ma producono sempre meno rifiuti propri: 10,7 chili per tonnellata di vetro fuso, con un calo del 7,7%. Comportamenti virtuosi anche per quanto riguarda i consumi di energia. È importante ricordare che per fondere il vetro, servono alte temperature, quindi molta energia. Nell'ultimo triennio l'aumento della produzione ha fatto crescere anche i consumi generali di energia, ma la percentuale di energia rinnovabile risulta in netta crescita, dal 15,37% del 2016 al 26,20% del 2018. Le emissioni di CO2 (derivanti principalmente dal processo di fusione ad alta temperatura) prodotte per tonnellata di vetro fuso hanno un andamento pressoché stabile tra il 2017 e il 2018 e in diminuzione rispetto al 2016 e addirittura con un calo del 70% rispetto a 40 anni fa. E scendono anche le emissioni dei pericolosi ossidi di zolfo.
Buone notizie anche sul fronte dei consumi idrici. Se nel 2016 erano necessari 2,16 metri cubi d'acqua per ogni tonnellata di vetro prodotto, ora ne serve 1,98. E questo grazie all’adozione di sistemi a ciclo chiuso mirati alla riduzione delle perdite e al reimpiego delle acque di raffreddamento e di pulizia: attualmente l’utilizzo di acqua riciclata è superiore al 44% dei consumi idrici totali. «Con questo primo Rapporto - ha sottolineato il presidente di Assovetro, Graziano Marcovecchio - vogliamo raccontare le nostre attività a partire dai processi produttivi che hanno tutti il loro cuore pulsante nella fusione del vetro. Particolarmente rilevanti sono gli aspetti ambientali delle nostre attività. La circolarità, soprattutto, viene percepita di fondamentale importanza per il contributo, sia ambientale sia economico, che il vetro è in grado di garantire».