Terzo settore. L'assistenza ha un contratto che farà scuola
Franco Massi, presidente di Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale)
Il 14 febbraio è stato firmato il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro Uneba (Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale), che si applica a decine di migliaia di dipendenti (circa 70mila) e circa un migliaio di enti in tutta Italia. Quasi tutti enti non profit del settore sociosanitario, educativo, sociale, assistenziale, dei servizi alla persona: dalle strutture residenziali per anziani, alle comunità per persone con disabilità, all’accoglienza per minori con difficoltà famigliari. Regolamentazione dell’assistenza domiciliare, possibilità di 'donare ferie' a colleghi in difficoltà e spazio alla contrattazione di secondo livello (regionale) tra le novità del contratto, che porta anche ritocchi alle retribuzioni a partire dall’1 gennaio 2020. La scelta di Franco Massi, presidente di Uneba, di negoziare e firmare con le rappresentanze sindacali di categoria, alla fine si è rivelata positiva.
È stato difficile rinnovare il contratto?
Arrivare al rinnovo non è stato semplice, ma sottolineo che in questi due anni non c’è stato neanche un annuncio di sciopero. Si è lavorato intensamente e bene. I tempi si sono allungati in quanto da un lato si è dovuto riscrivere una parte degli articoli del contratto per adeguarli alla legislazione nazionale vigente e dall’altro si sono inseriti nuovi istituti contrattuali. Quest’anno Uneba compie 70anni. Sottoscrivere in questo importante anniversario un buon contratto è motivo di soddisfazione. Sottolineo buon contratto perché, e lo posso tranquillamente affermare, ben si adatta al vasto mondo del socio-sanitarioassistenziale e agli enti del Terzo settore. Assistiamo più di 100mila persone nelle strutture residenziali e non: anziani, disabili, minori e soggetti con dipendenze varie.
Quali le principali novità?
Oltre agli incrementi economici dal gennaio 2020, ulteriori risorse potranno essere erogate anche in forma di welfare aziendale, usufruendo delle agevolazioni fiscali previste e vengono incrementate le quote a favore della assistenza sanitaria integrativa. Per la prima volta si regolamentano i servizi di assistenza che si svolgono direttamente al domicilio degli utenti. Si regolamenta ulteriormente il servizio notturno, si precisano le modalità sull’elezione delle Rsu e si aggiornano le norme relative alla sicurezza sul lavoro. Si estende l’applicabilità del contratto a tutti gli enti del Terzo settore ed è normata la possibilità dell’applicazione uniforme del contratto Uneba negli enti ove si applicano contratti diversi.
In cosa consisterà la contrattazione di secondo livello?
Pur riaffermando la centralità del contratto nazionale, si prevede la possibilità di incrementi salariali legati alla produttività, di normare la reperibilità per meglio adattarla alle esigenze organizzative degli enti e degli operatori, di nuovi inquadramenti per particolari e specifiche figure professionali, di flessibilità relativa all’orario di lavoro, di definizione dell’organizzazione dell’assistenza domiciliare. Inoltre rilevo che il futuro sviluppo delle prestazioni socio-sanitarie sarà principalmente legato all’assistenza domiciliare. Si registrerà un significativo aumento dell’occupazione regolare e di conseguenza migliore qualità dei servizi offerti a domicilio alle persone bisognose di interventi adeguati alle loro necessità sociali e sanitarie.
E la banca etica solidale?
Nasce con la dotazione di una giornata di lavoro che transita da quelle già previste per le Riduzioni di orario di lavoro (Rol) e introduce il concetto di solidarietà tra i colleghi. Se un tuo collega ha bisogno di permessi o giorni di ferie, per esempio, prendersi cura di un proprio figlio o familiare con problemi di salute e non ha più ferie o permessi, ecco intervenire la banca in cui altri hanno versato proprie disponibilità di ore. Altra interessante novità è la istituzione di una Commissione tecnica nazionale con precisi obiettivi e tempi di soluzione. Essa vuol richiamare gli enti e i sindacati ad applicare nei loro rapporti una logica non di contrapposizione, ma di corresponsabilità. Si vuol creare un percorso comune su temi delicati, come la sanità integrativa, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (orario, permessi e Rol), gli incrementi salariali dovuti al merito eccetera. È in sostanza uno sguardo rivolto al futuro. Credo che con questa firma l’Uneba abbia posto le basi per iniziare un percorso virtuoso, che solo il nostro mondo non profit può fare, e che dovrebbe giungere alla scrittura di un accordo unico di settore. Un accordo che ponga veramente al centro la persona che assiste e che è assistita.