Inclusione. Il reinserimento dei detenuti minori grazie al turismo e facendo biscotti
Dalla produzione di biscotti al profumo di mandarino all’avvio di una struttura multifunzionale per la ristorazione e il turismo. Arriva da Palermo la storia di un’impresa sociale che ha come obiettivo quello di favorire l’integrazione nel mondo del lavoro degli ex-detenuti, in particolare i più giovani, per i quali il marchio del carcere minorile rischia di tradursi in una condanna a vita. Nel 2016 al Malaspina è nato il progetto 'Cotti in fragranza' con un frollino, chiamato Buonincuore, al sapore di mandarino ideato dal pasticciere Giovanni Catalano.
Con il passare degli anni si sono moltiplicati i tipi di biscotti (oggi sono 14 tra dolci e salati) che arrivano nei bar e nelle botteghe equosolidali, nei supermercati e anche all’estero. In cinque anni sono stati prodotti cinque milioni di frollini. Ma soprattutto sono stati formati 43 ragazzi che adesso lavorano con tirocini e contratti a tempo determinato, anche presso altre realtà. Una metà circa proviene dal circuito minorile (non solo detenuti ma anche ragazzi affidati ai servizi sociali) altri sono migranti, disabili o ragazzi affidati alle comunità. I giovani coinvolti sono protagonisti di tutte le scelte, dai nomi dei prodotti (rigorosamente siciliani) alle strategie di marketing. 'Cotti in fragranza' ha ricevuto prima di Natale dal presidente Mattarella la targa (per azioni collettive) di Alfiere della Repubblica. «Imparando a fare impresa in modo responsabile, a prendere decisioni e a realizzare prodotti di qualità, i ragazzi diventano parte di un’impresa sociale e protagonisti del proprio futuro» si legge nella motivazione. A ritirare la targa è stato Giuseppe, 27enne che da quattro anni fa parte del team. «È stato un traguardo sia a livello lavorativo che a livello personale, il presidente ci ha fatto tanti auguri per le nostre prossime sfide. Io penso che la cosa importante sia non fermarsi mai e migliorare sempre, perché chi si ferma è perduto».
Nel 2018 è stato inaugurato un secondo nucleo operativo al di fuori dalle mura del Malaspina per dare sostenibilità all’impresa sociale aumentando il numero dei giovani coinvolti e dare loro un futuro, una volta espiata la pena detentiva. Si trova all’interno dell’ex convento dei Cappuccini del 1600 di fronte alla cattedrale di Palermo, uno spazio di 3mila metri quadrati nel quartiere Ballarò che ospita un laboratorio dove vengono realizzati pasti per le mense cittadine, per i poveri e alimenti per il catering. Nel chiostro c’è il bistrot Al Fresco: bar e ristorante ma anche spazio per mostre, eventi e musica. L’ultimo tassello si chiama 'Svolta all’Alberghiera' e grazie al sostegno di tre fondazioni private (Fondazione Con il Sud, Fondazione San Zeno e Fondazione Prosolidar) consentirà un ulteriore passaggio di livello di Cotti in fragranza: la realizzazione uno spazio per la ricezione turistica, con sedici alloggi di diverse dimensioni (stanze e mini-appartamenti). Verrà inoltre ampliata l’attività del laboratorio e del bistrot.
La responsabile Nadia Lodato, che insieme a Lucia Lauro ha fatto crescere il progetto, è entusiasta. «Fondazione con il Sud con il bando carceri 'Vado a lavorare' ci consente di realizzare uno spazio per la ricezione turistica gestito dai detenuti che verranno appositamente formati. Grazie alla legge Smuraglia per le aziende ci sono sgravi fiscali dell’80-90% in caso di assunzione di un ex detenuto ma sono pochissime quelle che conoscono e scelgono questa possibilità». 'Svolta all’Albergheria' consentirà di far svolgere un tirocinio ad una ventina di persone, la metà provenienti dal sistema penale minorile l’altra dal carcere Pagliarelli. Ma all’orizzonte c’è un progetto ancora più ambizioso, denominato 'jail career days'. Una sorta di collocamento per profilare circa 250 detenuti provenienti oltre che dal Pagliarelli anche dall’Ucciardone. «Si tratta di un lavoro molto duro: quello di abbattere il pregiudizio. Ho incontrato già una sessantina di aziende e c’è molto interesse, non mi aspetto che tutti assumano un ex detenuto ma solo il fatto di parlarne è una vittoria» spiega Lodato. L’obiettivo è far sentire 'utili' gli ex detenuti, ascoltarli e indirizzarli per evitare che la solitudine fuori dal carcere sia ancora più dura di quella provata 'dentro'. Tra le tante realtà che collaborano con 'Cotti in fragranza' ad esempio c’è 'Lisca bianca' che realizza arredi urbani nelle carceri e li colloca in aree disagiate come risarcimento. Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione per il Sud spiega che l’Italia è molto indietro nel reinserimento dei detenuti e che «sono stati fatti passi indietro da parte del pubblico». Proprio per questo 'Svolta all’Alberghiera' è un’occasione importante che ha anche un risvolto di rigenerazione urbana. «Un progetto attrattivo che mostra una strada d’intervento nel medio periodo e che si può replicare in altre realtà, diventando un modello».