Atene. Iva per le isole e pensioni: ecco i nodi della trattativa
LA CONTROPROPOSTA DEL GOVERNO TSIPRAS ALL'EUROPAAiuti biennali dal fondo salva-StatiLa controproposta di Atene consiste in un programma di aiuti biennali dell'Esm, il meccanismo permanente europeo salvastati "per coprire interamente le sue necessità finanziarie". Il "sostegno di stabilità finanziaria da parte dell'Esm nella forma di un prestito di due anni" sarebbe al servizio esclusivo del pagamento del debito interno ed esterno. Ristrutturazione del debitoLa Grecia chiede anche che il suo debito verso il Fondo salva-Stati siaristrutturato e riprofilato. Per onorare il debito in scadenza da qui alla fine del 2017 servono oltre 29 miliardi di euro: sul 2015 restano da pagare 12,335 miliardi, nel 2016 ce ne sono altri 7,191 miliardi e nel 2017 9,619 miliardi.
LA TRATTATIVA CON L'EUROGRUPPO SALTATA IL 28 GIUGNO (G.M.D.R.)Nel corso dei negoziati Atene si è ulteriormente avvicinata alle richieste dei creditori, anche senza soddisfarle appieno. I due punti cruciali continuano ad essere quelli che da mesi pesano sul negoziato: pensioni e Iva. Qui di seguito i dettagli.PensioniI creditori chiedono di portare l’età pensionabile a 67 anni entro il 2022. Originariamente il governo greco chiedeva il 2036, ora è sceso al 2025. La differenza è dunque molto ridotta. Oltretutto i creditori, dal canto loro, hanno fatto una concessione ad Atene su una questione che al governo ellenico sta molto a cuore: il sussidio per le pensioni più basse (Ekas). I greci non volevano eliminarla prima del 2020, i creditori chiedevano entro il 2017. Adesso si concederebbe ad Atene di arrivare al 2019, eliminando, ma immediatamente, solo quelle relative al 20% di importo più elevato. Atene però rifiuta di eliminarle completamente.IvaI creditori sono venuti incontro ai greci accettando tre aliquote, come vogliono i greci, anziché due come insistentemente richiesto in precedenza: la più bassa al 6%, per alcuni prodotti (medicine, libri, teatri etc.), la mediana al 13% e la più elevata al 23%. E ora accettano di non passare l’elettricità a quella più elevata. I creditori chiedono un aumento dell’Iva per hotel e ristoranti (ora al 6%), ma non più all’aliquota massima bensì alla mediana. Atene continua a dire no. Rimane un dissidio sull’Iva per le isole, che al momento godono di una riduzione, che invece i creditori vogliono eliminare. Atene ipotizza ora di farlo solo per le più ricche e turistiche (come Santorini, Mykonos etc.).Imposte per le impreseAtene vuole aumentare l’equivalente ellenico dell’Irap dall’attuale 26% al 29%, i creditori chiedono di fermarsi al 28%. Accettata adesso anche la proposta greca di incrementare la tassa sugli yacht dal 10 al 13%. Respinta dai creditori è invece l’idea di una una tantum del 12% per i profitti d’impresa superiori ai 500.000 euro, su cui invece i greci insistono.