La novità. Il metano finalmente sarà anche self service
La lunga marcia verso la diffusione dei carburanti alternativi continua: una tappa importante è la firma del Ministero dell’Interno e del Ministero dello Sviluppo Economico dello schema di decreto inerente l’esercizio degli impianti di distribuzione stradale del gas naturale per autotrazione che permetterà il rifornimento di metano in modalità “self service”, diversamente da quanto è consentito ora. Una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la nuova norma - che interessa in Italia più di 900mila vetture alimentate a benzina+ metano – entrerà probabilmente in vigore entro la fine di marzo.
Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano oggi il 13,7% del mercato, in crescita nel mese di gennaio del 3,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. In aumento le immatricolazioni di auto Gpl del 7,8%, mentre la quota di mercato delle autovetture a metano è appena dell’1,1%, complice appunto anche le difficoltà di rifornimento sinora presenti. Diversamente da molti altri Paesi europei infatti, in Italia sino ad oggi è stata necessaria la presenza di un operatore autorizzato per riempire il serbatoio in stazione: una complicazione non indifferente per chi ha deciso di investire sull’auto a metano che si somma alla scarsità di distributori che non sono presenti in maniera omogenea sul territorio nazionale e che dopo la chiusura serale non permettono agli automobilisti di rifornirsi da soli.
Qualcosa in tema di energie rinnovabili si muove anche sul fronte del biometano: Snam ha infatti inaugurato in Toscana i primi rifornimenti per auto e camion con solo questo tipo di gas rinnovabile a zero emissioni di anidride carbonica. L’iniziativa di Snam è stata realizzata a Rapolano (Siena) nel corso della cerimonia di apertura di una stazione di servizio a marchio IP, situato all’altezza del raccordo Siena-Bettolle, ad oggi l’unica in Italia in grado di rifornire i veicoli al 100% con biometano, ottenuto dalla frazione organica dei rifiuti urbani (FORSU). Il biometano, che può essere ricavato anche da scarti dell’industria agricola e agroalimentare, è l’unica fonte energetica ad avere un saldo di emissioni potenzialmente negativo, poiché il suo processo di produzione consente di recuperare anche la CO2 derivante dallo smaltimento dei rifiuti e di utilizzarla per l’industria alimentare o per altri scopi. Essendo chimicamente indistinguibile dal gas naturale, il biometano può essere immesso direttamente nelle infrastrutture esistenti.
Il settore del biometano è in rapido sviluppo. Ad oggi in Italia sono sei gli impianti allacciati alla rete Snam, in Lombardia (a Milano, Montello e Sarmato), Calabria (Rende), Emilia-Romagna (Sant’Agata Bolognese) e Lazio (Anzio), con una trentina di altri produttori prossimi alla connessione. Secondo le stime del CIB (Consorzio Italiano Biogas), il nostro Paese ha un potenziale di produzione di 8 miliardi di metri cubi annui di biometano al 2030, un quantitativo superiore al 10% del fabbisogno nazionale di gas.