Economia

Coronavirus. Il governo accelera sul bonus di 600 euro: sul conto entro venerdì

Maurizio Carucci martedì 14 aprile 2020

Dovrebbe essere la settimana buona. Dopo le polemiche tra governo e opposizioni (e le lamentele dei cittadini in attesa), sembra essere vicino allo sblocco l’iter di attuazione delle misure di sostegno ai lavoratori e alle famiglie per far fronte all’emergenza Covid–19. Gli uffici di Inps, banche e Ragioneria generale dello Stato hanno lavorato senza sosta anche nei giorni festivi per velocizzare le procedure.

È stato il governo stesso a fare il punto, ieri. Sono state presentate oltre 4,5 milioni di domande per le prestazioni previste dal decreto “Cura Italia”, relative a oltre 8,8 milioni di beneficiari. Quasi quattro milioni di istanze hanno riguardato l’indennità da 600 euro. L’Inps ne ha già liquidate oltre un milione: verranno pagate nei conti correnti dei beneficiari con valuta da domani 15 al 17, anche grazie alla collaborazione del mondo bancario, che permette l’accredito diretto in un solo giorno lavorativo. E in serata Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro, ha confermato che per il mese di aprile l’assegno «salirà a 800 euro».

I 200mila congedi parentali richiesti sono stati retribuiti per la grande maggioranza direttamente dalle aziende ai dipendenti, mentre le oltre 40mila domande per il bonus baby-sitting sono al vaglio dell’Inps per andare in pagamento (nell’apposito 'libretto famiglia') già da metà aprile. Le domande di Cassa integrazione guadagni ordinaria sono arrivate da circa 300mila aziende, per un totale di 4,5 milioni di lavoratori: circa la metà degli importi è già stata anticipata dalle imprese e un’altra metà sarà pagata entro fine aprile, o comunque entro 30 giorni dalla domanda. Infine, l’Inps sta raccogliendo le domande che iniziano ad arrivare dalle Regioni per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga: al momento sono 11 le Regioni che stanno provvedendo all’invio dei dati. È già in corso il pagamento da parte dell’Inps della cassa in deroga delle prime regioni.

Inoltre è in piena operatività, su questo fronte, la convenzione siglata da Abi, Inps e organizzazioni sindacali che consente ai lavoratori sospesi dal lavoro a causa dell’emergenza Covid–19 di ricevere un anticipo della cassa integrazione ordinaria e in deroga, pari a 1.400 euro. Nei giorni scorsi, l’Abi ha comunicato che la quasi totalità delle banche italiane (quasi il 94% in termini di attivi) ha già aderito alla convenzione. I tempi ordinari per il pagamento della cassa integrazione sono sempre stati di due o tre mesi. In questo caso, grazie alla normativa semplificata e allo sforzo enorme dell’Inps, i pagamenti arriveranno al più tardi entro 30 giorni dalla ricezione della domanda.

Intanto il governo continua a lavorare anche sulla messa a punto del prossimo decreto di aprile, che «sarà molto più consistente di quello di marzo», ha ribadito in tv a Canale 5 Antonio Misiani, il viceministro dell’Economia. Sul punto Misiani ha confermato (come detto venerdì scorso in tv dal presidente del Consiglio, Conte) che l’Italia non utilizzerà il Mes, il Meccanismo europeo di solidarietà, nella parte dei 36 miliardi della linea di credito per le spese sanitarie decisa dal recente Eurogruppo. «Non lo utilizzeremo », ha spiegato, ma l’Italia farà ricorso «al programma della cassa integrazione europea Sure, ai 200 miliardi della Bei e anche alle altre possibilità che l’Europa ha deciso». Inoltre parte del fabbisogno per il decreto sarà coperto «con i fondi europei che sono stati svincolati: si tratta di fondi comunitari della programmazione del bilancio europeo, 10–11 miliardi di euro che grazie alla decisione assunta dalla Commissione Europea potremo svincolare». Ma non basterà, ovviamente: Misiani ha sottolineato che poi si dovrà fare «comunque ulteriore deficit». Per questo, ha aggiunto, «chiederemo uno scostamento molto consistente al Parlamento ». Infine, sulla convivenza con il Covid–19, il vice-ministro ha sostenuto che «sarà lunga».