Cultura. Il fascino dei dvd non tramonta, Migliavacca: è un mercato di collezionisti
Quando i dvd hanno soppiantato le videocassette Vhs sembrava si fosse aperta una porta sul futuro. Oggi, nell’epoca della smaterializzazione degli oggetti culturali, come consideriamo questi supporti fisici? Si vendono ancora? Chi li acquista e perché? «Un film in dvd sta sempre bene esposto in una videoteca, lo puoi vedere e rivedere, lo presti a un amico: è come un libro, porta con sé il valore di un racconto, di una storia, ma anche della storia, della memoria del nostro Paese».
Sono le parole di Luciana Migliavacca, neopresidente di Univideo, l’associazione di categoria che rappresenta gli editori audiovisivi su media digitali (dvd, Blu-ray, 4K Ultra HD) e online. Attualmente sono 27 le imprese che comprendono editori audiovisivi, replicatori e imprese tecniche e di post produzione - si legge sul sito online dell’associazione di categoria che fa parte di Confindustria Cultura Italia - e rappresentano circa il 95% dell’intero comparto audiovisivo in Italia; gli ultimi dati disponibili raccontano di un mercato da 211.700.000 euro in termini di spesa delle famiglie italiane in home entertainment (ultimo dato disponibile GfK 2020).
Ma i numeri non spiegano abbastanza della rivoluzione del consumo di prodotti culturali, con le piattaforme streaming che in molti casi hanno finito per sostituire l’acquisto dei dvd. « I negozi fisici stanno scomparendo – ha ammesso la presidente Migliavacca –: recentemente anche nelle librerie della catena Feltrinelli si è scelto di non tenere più un reparto dedicato a dvd, Blu-ray e Ultra HD». Dopo il periodo d’oro degli anni 2000 e 2010 oggi il mercato dei media digitali, nei vari formati, viene sostenuto soprattutto da una nicchia di «collezionisti, appassionati, con una grande capacità di spesa e con la voglia di tenere viva la memoria, i ricordi», persone che vedono nel dvd non solo un oggetto fisico che occupa spazio, ma «un oggetto del desiderio con cui mantenere un legame sentimentale» ha aggiunto la presidente, investita della responsabilità di tentare di ridare vita al mercato dell’home video, sensibilizzando i potenziali appassionati, ma anche le istituzioni, intervenendo in primis sulla tassazione dei prodotti multimediali.
«A differenza dell’editoria, dei libri che hanno l’Iva al 4% o del cinema al 10%, il prodotto dvd - ha aggiunto Migliavacca, anche presidente e socia di maggioranza di Mustang Entertainment -, seppur adesso abbia costi più sostenibili e accessibili per le famiglie, sconta ancora l’Iva al 22%». Dall’imposta sul valore aggiunto al tax credit «dobbiamo insistere per poter avere un’interlocuzione con il governo e ricevere supporto come tutte le altre realtà della filiera del cinema, in modo da poter aiutare tutto il nostro settore» ha spiegato ancora la presidente di Univideo, annunciando anche una futura indagine su come vengano illegalmente duplicati i dvd, considerando che la contraffazione interessa anche dvd e Blu-ray e incide oggi per il 12% sulla pirateria in Italia, contribuendo al danno economico potenziale per le industrie dei contenuti audiovisivi che ammonta a circa 767 milioni di euro.