L’intervento di
Tim Berners-Lee era il più atteso all’
Internet Governance Forum che si è aperto ieri a Berlino. Trent’anni fa nei laboratori del Cern di Ginevra questo informatico britannico ha combinato ipertesti, protocolli di rete e sistemi dei nomi di dominio “inventando” di fatto il
World Wide Web.Ieri, davanti alla platea di rappresentanti di governi, aziende e società civile di tutto il mondo ha presentato il “
Contratto per il Web”, un documento in nove punti che ha l’obiettivo di «proteggere il web come forza per il bene». Il Contratto presentato da Berners-Lee
è stato sviluppato grazie al lavoro di due governi (
Francia e
Germania), cinque organizzazioni non profit (compresa
Wikimedia), tre aziende (
Pango,
Google,
Microsoft) e cinque gruppi di lavoro fatti da esperti.La speranza dei promotori, che ieri hanno aperto la raccolta di firme per aderire, è che governi, aziende e cittadini si impegnino a rispettare i principi di questa sorta di manifesto per il futuro di Internet.
I principi del Contratto
I primi tre principi chiedono l’azione dei governi: il primo è che
ognuno possa connettersi a Internet, il secondo è che chiunque possa sempre
accedere a tutto ciò che di legale c’è in Rete, il terzo invita a rispettare i diritti fondamentali della
privacy e della protezione dei
dati personali.Il secondo gruppo di principi riguarda le aziende: si chiede di rendere la
connessione a Internet accessibile (anche economicamente) a tutti, di rispettare la privacy e i dati sensibili dei navigatori, e di
sviluppare tecnologie che «sostengano il meglio dell’umanità e contrastino il peggio».I tre ultimi principi riguardano i cittadini: si chiede di impegnarsi ad
essere creatori e collaboratori nella Rete, di
creare comunità forti che rispettino il discorso civile e la dignità umana, di
lottare perché il Web rimanga pubblico e aperto.
I prossimi passi
L’idea è che, raccolto il supporto necessario, i principi di questo Contratto siano tradotti in scelte politiche e in azioni pratiche. «Avremo successo quando una massa critica di governi e aziende avrà varato le giuste leggi e regole per creare un Web aperto e per tutti; quando governi e aziende sapranno che cittadini e clienti si aspettano questo da loro; quando sarà normale che la maggioranza delle persone comunichi positivamente e con rispetto online» spiegano i promotori.L’Internet Governance Forum è il luogo migliore per lanciare un’iniziativa di questo tipo: è una piattaforma messa in piedi nel 2006 dalle Nazioni Unite con lo scopo di aiutare i Paesi a regolare al meglio Internet. Per l’Italia ha partecipato
Paola Pisano, ministro dell’Innovazione tecnologica, accompagnata tra gli altri dai rappresentanti dell’Internet Society Italia, l’organizzazione non profit americana fondata a inizio anni ‘90 da alcuni pionieri di Internet.