Relazioni industriali. Ict, nasce il primo contratto nazionale
Profili professionali allineati allo standard europeo
Sottoscritto da Cifa e Confsal il primo contratto collettivo nazionale di settore dell’Ict, valido per il triennio 2021-2024, una novità assoluta sul territorio nazionale. I contenuti sono stati validati dagli esperti del Tavolo tecnico di confronto nazionale organizzato dal Centro studi InContra, presieduto da Salvatore Vigorini, con Sapienza Università di Roma.
Obiettivo del Ccnl è rispondere alle esigenze delle imprese e dei lavoratori del settore, sopperire all’assenza di uno strumento di regolamentazione generale del lavoro, e del livello dei trattamenti economici minimi di garanzia, e offrire una mappatura dei profili Ict, con le loro specifiche competenze, in linea con gli standard europei. A oggi, infatti, i profili professionali non erano ufficialmente riconosciuti nella loro specificità e per questo venivano impropriamente assimilati a figure afferenti ad altri settori, come quelli della metalmeccanica e del commercio.
Molte le novità, a partire dall’inquadramento contrattuale, non più suddiviso in livelli, ma in categorie professionali. Esso recepisce le figure proposte dal sistema europeo e dall'Atlante del lavoro e delle qualificazioni, puntualmente integrate grazie all’Osservatorio permanente per la mappatura di competenze digitali, nuovi profili di ruolo e nuovi modelli organizzativi, istituito nell’ambito del Tavolo tecnico. Anche questo Ccnl adotta il nuovo sistema di classificazione per competenze introdotto da Cifa e Confsal.
Tra gli istituti innovativi, il premio di performance, da corrispondere al lavoratore che raggiunga gli obiettivi concordati. Per le parti sociali, infatti, è importante definire nuovi parametri di valutazione del lavoro, privilegiando i criteri di responsabilità e di efficacia rispetto al monte ore lavorato.
Per sostenere l’inserimento di neo assunti e il reinserimento in azienda per particolari categorie svantaggiate sono stati attivati processi ad hoc. In entrambi i casi sono previste attività di formazione continua, con l’intento di favorire la diversificazione delle competenze e lo sviluppo delle potenzialità inespresse. Il preavviso attivo è invece destinato alla ricollocazione dei lavoratori in uscita, come politica attiva di sostegno all’occupazione e alla mobilità. Vengono regolamentati lo “scatto di competenza” e la “certificazione contrattuale delle competenze”, con cui si riconosce un valore economico alla crescita professionale del lavoratore, crescita supportata dalla formazione finanziata da Fonarcom, il fondo interprofessionale di Cifa e Confsal.
Grande attenzione anche al welfare. Introdotto l’obbligo di iscrivere i lavoratori al fondo di assistenza sanitaria integrativa Sanarcom. Vengono riconosciuti servizi di welfare di un valore minimo di 150 euro l’anno, aumentato di ulteriori 25 euro per ogni componente del nucleo familiare.
Ampio spazio, infine, alla contrattazione di secondo livello per sostenere le aziende nell’introduzione di misure di flessibilità e d’innovazione dei modelli organizzativi, tra cui il ricorso al lavoro agile, opportunamente regolamentato dall’Accordo interconfederale sottoscritto dalle parti sociali lo scorso 25 febbraio 2021.
Per Andrea Cafà, presidente di Cifa, «finalmente questo settore acquisisce una propria dignità contrattuale così come i suoi professionisti. Si tratta di un ambito in forte crescita sia per le piccole che per le grandi imprese. Il Ccnl favorisce le organizzazioni agili spingendo sempre di più verso una contrattazione aziendale e individuale». Per il segretario generale di Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, «viene data una risposta al disallineamento tra domanda e offerta di lavoro nel settore. La chiarezza del Ccnl favorisce l’occupabilità dei professionisti di cui le imprese sentono un grande bisogno».