L'analisi. IA e lavoro: per il guru Hinton serve un reddito universale di base
Quale impatto avrà l’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro? Quali sono i settori più esposti all’arrivo dell’Ia e come cambierà la produttività delle imprese? Mentre dal Forum della pubblica amministrazione sale l’allarme su oltre 200mila posti a rischio sostituzione, da Geoffrey Hinton, ex di Google e tra i padri dell’Ia arriva una proposta su un reddito universale di base, necessario proprio per proteggere i lavoratori dall'impatto dell’Ia, che rischia di provocare nuove disuguaglianze.
Secondo Hinton, pioniere delle reti neurali, che costituiscono la base teorica dell'attuale esplosione dell'intelligenza artificiale, anche se l'intelligenza artificiale aumentasse la produttività e la ricchezza il denaro andrebbe ai ricchi "e non alle persone il cui lavoro andrà perso e questo sarà molto dannoso per la società". "La mia ipotesi" - ha dichiarato alla Bbc - è che tra i cinque e i vent'anni a partire da oggi ci sia una probabilità del 50% che dovremo affrontare il problema di una intelligenza artificiale che cercherà di prendere il sopravvento". E ciò porterebbe a una "minaccia di estinzione" per gli esseri umani perché avremmo potuto "creare una forma di intelligenza che è semplicemente migliore dell'intelligenza biologica. Questo è molto preoccupante per noi".
Al Forum PA 2024 in corso a Roma una ricerca presentata da Fpa ha evidenziato che il settore pubblico sarà particolarmente impattato dall’Ia, con il 57% dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani altamente “esposto” all’avvento degli algoritmi. La forte interazione tra le mansioni svolte e quelle che gli algoritmi sono in grado di svolgere potrà da un lato tradursi in un arricchimento delle attività grazie all'apporto dell'IA, oppure in una sostituzione dei lavoratori. A rischio sostituzione, secondo lo studio, sarebbero in particolare 218mila dipendenti pubblici appartenenti alle professioni meno specializzate, caratterizzate da compiti ripetitivi e prevedibili che potrebbero essere facilmente svolti dall'intelligenza artificiale.
Un altro studio, il 2024 Global AI Jobs Barometer diffuso ieri da PwC, evidenzia che nelle professioni collegate all’Ia le competenze richieste stanno cambiando più rapidamente rispetto agli altri ambiti lavorativi (+25%). La ricerca, ottimista riguardo all’impatto dell’Ia sul mondo del lavoro, sottolinea che i settori più esposti all’utilizzo dell’Ia - in particolare i servizi finanziari, Ict e servizi professionali - registrano una crescita della produttività cinque volte maggiore.
Secondo l’analisi di PwC, che ha esaminato oltre mezzo miliardo di annunci di lavoro provenienti da 15 paesi diversi, l'Ia contribuirà a risolvere le principali sfide economiche globali e l’aumento della produttività, inoltre, porterebbe benefici indiretti sul miglioramento della ricchezza sociale aggregata e sugli standard di vita degli individui. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, lo studio evidenzia che il numero di annunci lavorativi che richiedono competenze specifiche nell’Intelligenza artificiale è aumentato significativamente: per ogni offerta di lavoro che richiedeva competenze specialistiche in Ia nel 2012 oggi ce ne sono sette. I risultati mostrano anche l'opportunità economica legate a queste professioni che richiedono competenze nell’intelligenza artificiale: in alcuni mercati è previsto un premio salariale medio fino al 25%.