Economia

Consulenti finanziari. I sette consigli degli esperti per i piccoli risparmiatori

Andrea Giacobino sabato 28 marzo 2020

Maurizio Bufi, presdiente dei consulenti finanziari

I risparmiatori italiani sono sotto stress da coronavirus. I mercati finanziari, infatti, hanno imboccato una spirale ribassista, interrotta talora dagli interventi delle banche centrali. Davanti a questo scenario si possono fare speso scelte sbagliate per i propri investimenti: ne abbiamo parlato con Maurizio Bufi che presiede l’Anasf, l’associazione dei consulenti finanziari. Questi, che in Italia sono oltre 50mila e lavorano in tutte le banche–reti più importanti, sono oggi più di ieri i veri “medici” del risparmio di quegli italiani che scelgono di non “curarsi” finanziariamente da soli rischiando il più delle volte di fare errori. Ed è proprio Bufi a consegnarci una sorta di guida fra le più frequenti domande del cliente–risparmiatore e le risposte corrette che deve dargli il suo consulente.

1. È il momento di vendere tutto?
Si vende per necessità e se questa esigenza non c’è non si capisce perché si debba vendere. Meno che mai, vendere tutte le attività, perché c’è già chi lo ha fatto nelle scorse due settimane, quindi va evitato un sovraccarico di “sell off” anche da parte dei singoli investitori. Si vende per monetizzare un guadagno, ma dubito che in questo periodo ci sia questa casistica. Dunque, sconsiglio di vendere e ricordo che l’esperienza ci insegna che con l’intervento delle istituzioni finanziarie, tipicamente le banche centrali, l’azione dei governi, o di ambiti sovranazionali, nonché delle forze del libero mercato si riprende la strada della crescita e della stabilità economica e finanziaria, nel tempo recuperando le posizioni perse e migliorandole a loro volta.

2. Meglio comprare ancora?

Si può comprare se l’obiettivo è cercare di ottenere performance più premianti, cioè si può utilizzare a proprio favore il panico altrui. Non si tratta né di cinismo né di azzardo, quando i mercati azionari o obbligazionari scendono c’è sempre chi compra. Nell’attuale crisi forse è consigliabile un approccio più attendista, quindi o si sta fermi o si compra sul mercato un po’ alla volta e distribuito nel tempo, fino alla fine dell’anno, per esempio. Sul versante delle possibilità di acquisto vale molto il proprio profilo di rischio/rendimento, il livello di intraprendenza, nonché disporre o meno di buone riserve finanziarie.

3. Cosa faccio dei miei soldi in questo
momento?
In questa situazione di grande incertezza, mantenere una posizione liquida più ampia rispetto alle normali condizioni di sostanziale stabilità economica e finanziaria può essere una scelta sensata. Ciò è auspicabile in una logica particolarmente prudenziale, visto il contesto attuale.

4. E se investo direttamente in azioni?
Dipende se l’ottica è speculativa o di vero e proprio investimento. In ogni caso, è sconsigliabile, a meno di considerarsi degli esperti, nonché con adeguati risorse a disposizione e tempo da dedicare per seguire costantemente la Borsa, gli indici, le news e tutto quello che influenza il mercato dei capitali. Se invece, si tratta di pianificare l’investimento secondo un obiettivo, un progetto, un orizzonte temporale pluriennale, cioè seguire un vero e proprio metodo riconosciuto, occorre prima di tutto stabilire quanto diversificare tra le asset class del risparmio gestito e delegare le scelte dei singoli titoli ai gestori professionali, poiché così si ripartisce il rischio specifico, in un contesto dove quello sistemico è già alto.

5. E le obbligazioni?
Vale lo stesso discorso fatto cosa per le azioni. Anche il settore delle obbligazioni, infatti, dai titoli emergenti, ai corporate ma anche ai governativi, ha oscillazioni assolutamente paragonabili all’azionario. L’investimento privo di rischio non esiste più da molto tempo.

6. Devo riequilibrare il portafoglio?
Un riassetto di portafoglio deve scaturire da una misura del peso delle singole classi di attivo (azionario, obbligazionario, monetario, alternativo, illiquido, ecc.) ed esso va valutato caso per caso, in funzione del mutato quadro della propensione al rischio di ciascun investitore ed alla tolleranza a sopportare, seppur contabilmente, perdite sul capitale investito.

7. Quanto può convenire affidarsi ad operatori qualificati?
Fare previsioni oggi è assai prematuro, quello che si può tentare di fare è ragionare per scenari di massima. L’unica indicazione certa è che la crisi non potrà passare in fretta e richiederà tempo, come gli eventi degli ultimi trent’anni ci insegnano, attraversasti da dirompenti crisi finanziarie molto forti, sempre riassorbite in termini di crescita e di prezzi. Seguire i canoni della consulenza finanziaria e patrimoniale è utile al risparmiatore, in quanto si è assistiti da un professionista, sia nella relazione sia nelle competenze, che a sua volta si avvale di altri professionisti, esperti di mercati, cioè i gestori delle società di investimento e di risparmio gestito.