Economia

Immobiliare. I tassi alti non fermano la corsa dei prezzi delle case

Ginevra Gori mercoledì 18 settembre 2024

L'ingresso di casa

I prezzi delle abitazioni continuano a crescere. Lo rivelano le stime preliminari Istat relative al secondo trimestre del 2024, che individuano un’accelerazione dell’indice IPAB sui valori immobiliari. Secondo i dati, per acquistare un immobile a scopo abitativo o d’investimento nel periodo considerato, le famiglie avrebbero speso il 3,2% in più rispetto a chi lo ha fatto nel trimestre precedente e il 2,9% in più in confronto allo stesso periodo del 2023. Nonostante i tassi d’interesse dei mutui siano ancora piuttosto elevati e scoraggianti per la domanda.

L’incremento annuale del 2,9% è trainato soprattutto dai prezzi delle abitazioni nuove – quelle cioè appena costruite o ristrutturate e vendute dalle imprese operanti nell’edilizia- saliti dell’8,1%. Una percentuale in volata se paragonata al 5,3% dei tre mesi antecedenti. Hanno inciso invece in misura minore i costi delle abitazioni esistenti, aumentati “solo” dell’1,9% nel secondo trimestre ma in rialzo se confrontati con lo 0,8% del primo.

Come registra l’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, questi andamenti si osservano in un contesto di lieve ripresa dei volumi di compravendita. Cresciuti dell’1,2% nel periodo aprile-giugno 2024 rispetto allo stesso trimestre del 2022, dopo un anno e mezzo in cui il numero delle transazioni era rimasto in calo. Alla base ci sarebbe l’effetto Bce” sostiene il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, «una diretta conseguenza del cambio di rotta della politica monetaria della Banca Centrale, che sta avendo come risultato un abbassamento e dei tassi di interesse, quindi del costo dei mutui». Le stesse dinamiche si legano all'aumento IPAB del 3,2% calcolato su inizio anno. In questo caso però, il costo delle case nuove ed esistenti risulta essere rispettivamente cresciuto del 4,8% e del 2,9%.

Un cantiere di nuova edilizia residenziale a Milano - Fotogramma

Dal punto di vista geografico, in tutte le aree e città italiane interessate dall’IPAB comprare casa è più oneroso nel 2024. I tassi di incremento su base annua sono positivi ovunque e in accelerazione rispetto al trimestre precedente, seppur con valori decisamente diversi nelle differenti macroaree. La crescita più alta si osserva al Sud e nelle Isole (+3,9%), spinta dai prezzi delle abitazioni nuove che registrano un aumento del 9,5%. Seguono poi il Nord-Est (da +1,6% al +3,7% con costi più elevati del 10,5%)), il Nord-Ovest (da +1,9% a +2,5% con un +7,3%) e il Centro (da +0,6% a +2,2% con un +2,1%). Quanto alle grandi città, è Milano a guidare la classifica. Nella metropoli più cara d’Italia, il boom immobiliare ha innescato una crescita dei prezzi pari al 4,7%, in rallentamento però rispetto al trimestre precedente (+ 5,3%). Al secondo posto e a debita distanza si attesta Roma, dove il rialzo ha toccato il +1,6%, e al terzo Torino, che fa segnare invece la crescita più contenuta - +0,3%- ma stavolta in accelerazione dallo 0,7% della fase gennaio-marzo.

Lo scenario non cambia molto se si guarda ai trimestri: nei distretti nord-occidentale e meridionale-insulare la crescita prosegue fra giugno e aprile, accelerando fra il 2% e il 3% rispetto ai primi tre mesi dell'anno. Anche nella zona nordorientale e nel Centro Italia le variazioni sono positive, dopo il calo di gennaio-marzo (da –0,8% a +3,8% e da –0,9% a +2,6%). E nei maggiori centri, la crescita pari al +3,8% è riconducibile tanto ai prezzi delle abitazioni nuove (+ 5,7%), quanto a quelli degli immobili esistenti (+ 3,6%). Per districarsi in questo coacervo di dati statistici e farsi un’idea più concreta del mercato, almeno sulle città, si possono guardare le quotazioni di agosto 2024 fornite dal noto portale Immobiliare.it. Una casa a Milano costa in media 5.433 euro al metro quadro, a Roma la stessa superficie vale 3.382 euro e a Torino 2.043 euro. L’anno scorso, nello stesso mese, per acquistare un’abitazione nel capoluogo lombardo servivano mediamente 5.293 euro al metro quadro, nella capitale la medesima metratura si pagava 3.313 euro e a Torino 1.934 euro.