Economia

Inps. I nuovi tetti per il lavoro accessorio

Daniele Cirioli lunedì 1 giugno 2015
Nell’anno 2015 i lavoratori occasionali non potranno lavorare nemmeno per un solo voucher in più rispetto all’anno scorso. L’Inps, infatti, che ha rivalutato i limiti annui dei compensi (gli importi, cioè, oltre cui non è più lecito lavorare tramite i “buoni lavoro”), ha fatto sapere che, nella generalità dei casi, tali limiti sono passati da 6.740 (valido per il 2014) a 6.746 euro lordi (cioè 6 euro in più che, appunto, non coprono un intero voucher il cui valore è di 10 euro), mentre per le ipotesi di prestazioni occasionali rese a favore di imprese e di professionisti da 2.690 (valido per il 2014) a 2.693 euro. Le prestazioni di lavoro accessorio sono attività che non danno luogo a compensi superiori a “5mila” euro (questo il limite soggetto a rivalutazione annua) nel corso di un anno solare con riferimento alla totalità dei committenti. Rispetto al passato, oggi, non c’è più riferimento a causali soggettive e oggettive, cioè a categorie di prestatori e a settori di attività che consentano il ricorso a prestazioni accessorie: per la loro legittimità è necessario e sufficiente che vengano retribuite nel limite di 5mila euro nell’anno solare per singolo lavoratore e a prescindere dal numero di committenti. Ciò in via generale; nel caso specifico di committenti imprese o professionisti, invece, occorre tener conto di un ulteriore limite di legittimità: oltre al rispetto dei “5mila” euro, sempre nell’anno solare, non si può andare oltre i “2mila” euro di voucher a favore (stavolta) del singolo committente, cioè del professionista o dell’azienda. I limiti di voucher (in origine “5mila” e “2mila” euro) sono gli unici elementi di qualificazione del lavoro accessorio: se rispettati garantiscono da soli la legittimità delle prestazioni. I limiti valgono per anno solare e sono da intendere come ricavo effettivo del lavoratore, cioè al netto del 25% di oneri che sono destinati a Inps (13%), Inail (7%) e concessionario dei voucher (5%). I limiti sono soggetti a rivalutazione annuale Istat che per il 2015 è stata pari a un più 0,2%.Gli importi da prendere a riferimento per l’anno 2015 (anno solare), pertanto, sono:•    lordi: euro 6.746, totalità dei committenti; euro 2.693, imprese o professionisti.•    netti: euro 5.060, totalità dei committenti; euro 2.020, imprese o professionisti.Vale la pensa ricordare, infine, che nell’ambito della riforma del lavoro del Jobs Act è previsto l’innalzamento di tale limite fino a 7mila euro. La novità non è ancora operativa e, per esserlo, è necessaria ancora l’approvazione definitiva del relativo decreto legislativo, oltreché la sua pubblicazione in gazzetta ufficiale.