I consigli. Ecco come ridurre i rischi di contagio sul posto di lavoro
Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele e fondatore di "Medical Facts"
Dieci regole che tutti i lavoratori devono considerare per un rientro al lavoro in sicurezza, minimizzando il rischio di contagio da Covid19 nei luoghi di lavoro. Le ha stilate Medical Facts, il magazine on line di informazione scientifica e debunking di fake news con la direzione scientifica di Roberto Burioni, che ha organizzato il webinar Una nuova normalità: comportamenti corretti per tornare a lavorare in sicurezza per Randstad, primo operatore mondiale nei servizi per le risorse umane. All’incontro, Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele e fondatore di Medical Facts, Pier Luigi Lopalco, professore ordinario di Igiene presso l’Università di Pisa, Marco Ceresa, ad Randstad Italia, insieme a Michele Dalai, founder & ceo di Medical Facts, hanno risposto alle domande delle aziende su quale sarà la nuova normalità al termine del blocco, come è possibile convivere con il Covid-19, cosa insegna questa epidemia e come utilizzare questi insegnamenti in un contesto aziendale, quali comportamenti corretti che ogni lavoratore deve assumere per un rientro al lavoro in sicurezza.
«È necessario far ripartire il lavoro e tutelare la salute - spiega Ceresa -. Siamo impegnati ad accompagnare le aziende nella gestione della riapertura organizzativa dopo lo stop forzato a causa dell’emergenza, affiancando nel contempo i lavoratori per garantire la massima sicurezza in ogni attività. Dovremo gestire una nuova normalità, in cui saranno cruciali i corretti comportamenti individuali di tutti».
«Abbiamo elencato gli aspetti comportamentali da metter in pratica sul luogo di lavoro per provare a ridurre al minimo il rischio di contagio da Covid19 - dice Burioni -. Dobbiamo essere consapevoli che le mascherine, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani non azzerano il rischio di contagio, ma sono fondamentali per minimizzarlo. Il rispetto di queste regole è fondamentale per abbassare il rischio che questo virus riparta; il ruolo di ciascuno, aziende, manager e lavoratori, nel rispetto dei diversi punti è fondamentale per rendere tale rischio sempre più basso».
IL DECALOGO
1) Non sottovalutare il rischio. Ogni collega, anche in apparente piena salute, è potenzialmente infettivo. Io stesso potrei esserlo.
2) Indossa la mascherina. Per quanto detto, è indispensabile indossare almeno la mascherina chirurgica. Tutti dobbiamo indossare la mascherina chirurgica.
3) La mascherina non azzera il rischio. In ogni caso, considera che la mascherina, di qualsiasi tipo, non è sufficiente ad azzerare il rischio di contagio.
4) Mantieni la distanza. È importante anche mantenere la distanza di almeno due metri dal collega. E per lo stesso motivo, bisogna chiedere al collega di restare distante almeno 2 metri.
5) Posiziona dei separatori. In caso di postazioni di lavoro ravvicinate (ad esempio delle scrivanie) è importante richiedere l’istallazione di pannelli separatori.
6) Ancora non basta. Bisogna considerare che il distanziamento fisico e la mascherina non portano al rischio zero di contagio.
7) Non toccare il volto. È possibile autoinfettarsi con il virus anche se, dopo aver toccato una superficie contaminata, si portano le mani alla bocca, al naso o agli occhi.
8) Lava le mani con attenzione. Bisogna prestare massima attenzione all’igiene delle mani, meglio lavandole con acqua e sapone per almeno 40 secondi in ogni loro punto. Solo in alternativa, è possibile ricorrere a disinfettanti per le mani a base di alcol.
9) Non toccare la mascherina. Per quanto detto sopra, bisogna evitare di toccare la mascherina, soprattutto sulla superficie anteriore. Se necessario (per esempio, per sistemarla meglio), lo si può fare solo dopo aver pulito le mani e toccandone solo gli elastici o le stringhe che la fissano alle orecchie.
10) Con sintomi non andare al lavoro. In caso di febbre, sintomi che possano suggerire l’infezione da coronavirus (tosse, mal di testa, debolezza insolita, alterazioni del gusto e dell’olfatto, diarrea) o in caso di contatto certo con un individuo risultato positivo al Sars-CoV-2 non bisogna recarsi al lavoro e avvertire prontamente il medico curante.