In Italia il passato rischia di divorarsi il futuro in un circolo vizioso dove meno investimenti sul domani riducono la speranza, la natalità e la creazione d’impresa e tutto questo a sua volta fa crescere ulteriormente il peso del passato (i pensionati) sul presente e sul futuro (i lavoratori attivi). Il problema esiste in tutta la vecchia e stanca Europa (ed in parte è effetto indiretto di un fatto per sé positivo che è l’aumento della durata della vita) ma da noi di più. La CGIA di Mestre ha ricordato che abbiamo una spesa per pensioni 4 volte quella scolastica contro il 2,6 della media europea. E che il rapporto tra pensionati e occupati è del 74,3% contro il 61,6% della Germania. Che i nonni abbiano una vita più che dignitosa è una conquista importante di civiltà ma che i nonni mantengano i figli è commovente ma per certi versi umiliante ed è un’ombra che si proietta sul futuro dei nostri giovani 'scartati' dal progresso. Azzardo, scommesse, speculazione sono il triste effetto di una disperazione che invece di investire sulle proprie qualità ed aspettare pazientemente il raccolto ne pretende dieci, cento, mille subito, si accartoccia sul presente e da esso aspetta la soluzione magica a tutti i problemi. Come evitare che il passato si divori il futuro? Una prima via è ridurre il macigno degli interessi sul debito pubblico. Nell’appello sulla riforma della Ue che lanciammo su
Avvenire, firmato da più di 340 professori nell’ottobre 2014, suggerivamo quali vie d’uscita, una politica fiscale europea per le infrastrutture, il quantitative easing e un progetto più audace (il piano Wyplosz) che prevedeva l’acquisto del debito in eccesso del 60% del Pil di ciascun paese membro da parte della Bce che poi avrebbe ristrutturato lo stesso trasformandolo in un bond perpetuo a tasso zero. Il QE è arrivato due mesi dopo, ma il piano Wyplosz no. Il QE sta funzionando di fatto come un piano Wyplosz rallentato perché ha quasi azzerato gli interessi sul debito di nuova emissione. Poiché la durata media del debito è attorno a sette anni ci vorranno però sette anni (ammesso che tutto continui come adesso) perché il QE abbia la stessa efficacia del piano Wyplosz ammesso che rischi collaterali non si materializzino. Per evitare che il passato si mangi il futuro bene ha fatto il governo ad attenuare gli effetti della sentenza della consulta sulle pensioni annullando i rimborsi su quelle più alte. I diritti acquisiti sono un bel concetto ma esistono solo se ci sono le risorse e se qualcuno le crea. Altrimenti se le cose peggiorano saranno molti i 'diritti acquisiti' a cui dovremo rinunciare. Se vogliamo ridare gambe al futuro bisogna al più presto colmare il
gap con gli altri paesi sviluppati in termini di tempi della giustizia civile e di ritardo nell’efficienza della rete. È evidente che la produttività di un Paese dipende oggi dalla quota di coloro che sono connessi in rete pesata per la potenza delle connessioni. Questo governo ha l’opportunità di passare alla storia per essere quello che ha costruito l’autostrada del sole digitale della banda larga. Combinando sapientemente risorse pubbliche (nazionali ed europee) e private per costruire la nuova infrastruttura. Per dare ali alla speranza dobbiamo capire che «l’essenziale è invisibile agli occhi» e l’essenziale in economia è il capitale umano, quella rete invisibile fatta di qualità di legami, cooperazione, fiducia, reciprocità che fa la fortuna o la maledizione dei territori. L’Italia è da questo punto di vista un laboratorio unico al mondo per biodiversità di capitale umano. Con regioni dove la capacità di lavorare e fare squadra ha sedimentato nel tempo una fitta rete di relazioni industriali, associative esaltando la sussidiarietà ed altre dove la rete dei legami non funziona per vari motivi (sviluppo di organizzazioni criminali, invidie, tradizioni storiche, struttura geografica del territorio). È vincendo la sfida su questi capitoli fondamentali che il futuro può liberarsi dall’eredità pesante del passato e rimettere in moto il Paese.