Tu e l'economia. Investire i risparmi: come, quando e con quali strumenti finanziari
Si può pensare che investire sia la scelta di chi ha particolare coraggio o aspirazioni di ricchezza; al contrario, investire è un’opportunità, quasi una necessità, per tutti. Investire i risparmi permette di far fruttare i soldi e questo permette in primo luogo di proteggere nel tempo il potere d’acquisto dei risparmi e compensare, almeno in parte, la perdita certa dovuta all’inflazione. Questo significa che con quanto abbiamo risparmiato potremmo comprare via via sempre meno cose. Tenere i risparmi in contanti o su un conto corrente non remunerato comporta che la perdita di valore sarà pari al tasso di inflazione. In questo senso, tenere i soldi sotto al materasso è costoso e il costo aumenta al crescere dell’inflazione.
Perché è importante investire i risparmi?
Si può pensare che investire sia la scelta di chi ha particolare coraggio o aspirazioni di ricchezza; è invece un’opportunità, quasi una necessità, per tutti. Investire i risparmi, infatti, aiuta a proteggerne il potere d’acquisto dall’inflazione, che riduce il valore reale del denaro, anche quando è bassa. Questo significa che con quanto abbiamo risparmiato potremmo comprare via via sempre meno cose. Se, ad esempio, teniamo i nostri risparmi in contanti o su un conto corrente non remunerato, la perdita di valore sarà pari al tasso di inflazione. Tenere i soldi sotto al materasso è quindi costoso e il costo aumenta al crescere dell’inflazione. L’investimento, inoltre, offre l’opportunità di conseguire guadagni e aumentare il capitale risparmiato.
In cosa si possono investire i risparmi?
Oggi il mercato offre diverse possibilità. Mettendoli in ordine da quelli meno rischiosi (e quindi meno remunerativi) a quelli più rischiosi, si può investire in: titoli (obbligazioni) pubblici a breve scadenza, depositi a risparmio, obbligazioni, azioni; è possibile investire anche in un mix dei precedenti acquistando quote di fondi comuni d’investimento. Si possono anche acquistare immobili o altri beni rifugio, come ad esempio l’oro.
Depositare il denaro sul conto corrente è un investimento?
No, perché il rendimento è nullo o quasi. Va bene conservare una parte dei risparmi sul conto corrente per la gestione quotidiana del denaro e per avere denaro disponibile subito in caso di imprevisti, ma è opportuno investire il resto in strumenti con maggiore rendimento.
Quanta parte dei miei risparmi dovrei investire?
Dipende. È sempre necessario tenere da parte del denaro a cui poter attingere subito per affrontare gli imprevisti; quanto, però, varia da persona a persona in base alle sue circostanze. La pianificazione finanziaria può aiutarti in questa valutazione.
Un investimento è sempre associato a un rendimento?
A ogni investimento si associa un rendimento e che ogni rendimento sottende un rischio: a un elevato rendimento corrisponde sempre un elevato rischio. Quindi, ogni investimento espone alla possibilità di avere un rendimento inferiore a quello atteso o addirittura di perdere il capitale, cioè il denaro investito, in parte o in tutto.
Che differenza c’è tra tasso di interesse nominale e tasso di interesse reale?
Gli interessi corrisposti per un investimento sono espressi dal tasso d’interesse nominale. Questo valore, però, non tiene in conto l’influenza erosiva dell’inflazione sugli interessi; è quindi opportuno calcolare il tasso d’interesse reale, che invece la considera. Un modo facile ma approssimativo è sottrarre al tasso d’interesse nominale il tasso d’inflazione; ad esempio, se il primo è 3% e il secondo 2%, il tasso reale sarà 1%.
Che cos’è l’interesse composto?
Reinvestire i guadagni ottenuti dagli investimenti può far crescere in modo esponenziale il proprio capitale sul lungo periodo: è la “magia” dell’interesse composto, un elemento chiave per gli investitori che però spesso viene sottovalutato. Si parla di interesse composto quando gli interessi vengono calcolati su una somma che aumenta gradualmente nel tempo, data dal capitale iniziale e dagli interessi che maturano sull’investimento alla fine di ogni periodo. Un semplice esempio: immaginiamo di investire 10.000 euro per 10 anni in un deposito con un tasso di interesse del 4% annuo. Se di anno in anno preleviamo gli interessi maturati, cioè 400 euro l’anno, dopo 10 anni avremo prelevato 4.000 euro di interessi e ci verrà restituito il capitale iniziale di 10.000 euro, per un totale di 14.000 euro. Se, invece, i 400 euro li reinvestiamo ogni anno lasciandoli nel deposito, dopo 10 anni potremo ritirare 14.800 euro circa. La differenza di 800 euro in più deriva dal fatto che gli interessi reinvestiti producono a loro volta interessi. Questa differenza è il risultato dell’interesse composto e diventa sempre più grande all’aumentare del tempo e del rendimento. La combinazione di tempo e interesse composto crea quindi una formula quasi magica che ci può aiutare a far crescere il valore dei nostri risparmi. Quindi, in sostanza, prima investiamo più crescono i nostri risparmi.
Che cos’è l’interesse semplice?
Si parla di interesse semplice, invece, quando gli interessi vengono calcolati sempre sulla stessa somma, cioè il capitale iniziale. La Banca d’Italia mette a disposizione sul sito “L’economia per tutti” un calcolatore dell’interesse.
C’è chi promette alti rendimenti senza rischi. C’è da fidarsi?
No, si dice che in finanza non esistono pasti gratis. Diffida di chi fa promesse del genere. A rendimenti elevati corrispondono rischi elevati; inoltre, l’investimento “sicuro” non esiste, perché sull’esito pesa un elemento di casualità ineliminabile.
È meglio investire soltanto in strumenti poco rischiosi?
Il rischio non deve essere ignorato, ma neppure evitato a ogni costo. Una parte dei propri risparmi può essere investita anche in strumenti più rischiosi, in particolare quando l’orizzonte temporale dell’investimento è lungo; quanta parte dipenderà dall’attitudine al rischio di ciascuno. L’importante è scegliere in modo consapevole e informato, avendo sempre presenti le proprie possibilità.
Da dove derivano i guadagni generati dai prodotti bancari e dagli strumenti finanziari?
Gli strumenti bancari e finanziari generano denaro nella forma di interessi (come nel caso delle obbligazioni) o dividendi (come nel caso delle azioni) e di guadagno in conto capitale, cioè la differenza fra il prezzo a cui si è venduto uno strumento e quello a cui lo si era comprato. Nel complesso, gli interessi, i dividendi e il guadagno in conto capitale costituiscono il rendimento dell’investimento.
È meglio investire soltanto in strumenti poco rischiosi?
Il rischio non deve essere ignorato, ma neppure evitato a ogni costo. Una parte dei propri risparmi può essere investita anche in strumenti più rischiosi, in particolare quando l’orizzonte temporale dell’investimento è lungo; quanta parte dipenderà dall’attitudine al rischio di ciascuno. L’importante è scegliere in modo consapevole e informato, avendo sempre presenti le proprie possibilità.
Esiste un modo per investire riducendo i rischi?
Sì, possiamo ridurre i rischi seguendo una delle regole d’oro della finanza: la diversificazione. Diversificare significa non mettere tutte le uova nello stesso paniere e investire in più attività e strumenti finanziari tenendo conto della nostra tolleranza al rischio.
Attività e strumenti finanziari, infatti, non sono tutti uguali e reagiscono in modo diverso agli andamenti economici, ad esempio all’inflazione. Prevedere questi movimenti è molto difficile, ma grazie alla diversificazione le perdite su uno strumento possono essere compensate dai guadagni su un altro. Se abbiamo diversificato, l’andamento dei nostri investimenti non sarà quindi strettamente legato a un singolo evento (una società che fallisce, un paese che va in recessione) ma rifletterà l’andamento generale di diverse economie, settori e attività.
E se voglio investire in immobili o in altri beni rifugio a cosa devo fare attenzione?
Investire in immobili richiede una somma elevata e comporta ulteriori spese per la manutenzione e le eventuali imposte; inoltre, vendere un immobile a prezzo vantaggioso può richiedere molto tempo. Investire in altri beni rifugio (beni il cui valore è intrinseco e tende a non calare in periodi di crisi economica o alta inflazione), come l’oro, richiede conoscenze specifiche per comprare a prezzi proporzionati ai valori reali, e in caso di vendita non è sempre facile recuperare quanto speso.
Cos’è il questionario “MIFID”?
È un questionario che banche e intermediari finanziari devono far compilare al cliente che si rivolge a loro per investire i propri risparmi. Il nome deriva dalla normativa europea che disciplina la prestazione di servizi di investimento, compresa la consulenza, per migliorare la trasparenza dei prodotti e servizi finanziari e proteggere gli investitori. Il questionario è uno strumento di tutela del cliente, perché serve all’intermediario per proporre al cliente stesso il prodotto finanziario più adatto ai suoi obiettivi di investimento, alla sua propensione al rischio e alla sua conoscenza e capacità di comprensione dei prodotti finanziari.
Avvenire collabora con la Banca d'Italia su “Tu e l'economia”, un progetto gratuito per l’educazione finanziaria degli adulti vulnerabili. Risponde a domande e bisogni quotidiani spiegando, in modo semplice e concreto, quali sono le caratteristiche delle varie fonti di reddito, come usare in modo corretto gli strumenti di pagamento, come pianificare le proprie finanze per raggiungere obiettivi di risparmio, come ricorrere al credito in modo giudizioso e quali strumenti di tutela i clienti hanno a disposizione nel rapporto con le banche e gli altri intermediari finanziari. Le risorse didattiche sono disponibili e scaricabili liberamente qui.
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