Il referendum. Grecia verso il voto scontri in piazza
Il premier Alexis Tsipras, schierato per la bocciatura della proposta dei creditori internazionali, pur assicurando di essere pronto a riprendere il negoziato già da lunedì prossimo: "Vi esorto a dire No a ultimatum, ricatti e paura. A dire no alle divisioni, votare con calma, facendo le proprie scelte sulla base degli argomenti e non degli slogan". Inoltre il premier greco, chiede un "taglio del 30%" del debito greco e "20 anni di periodo di grazia". Alle 19.30 (le 18.30 in Italia), allo stadio si riuniranno i sostenitori di un compromesso e non è esclusa la partecipazione dell'ex premier Antonis Samaras, grande sostenitore del "sì".
Scintille tra Varoufakis e l'Ue. Duello di parole tra Bruxelles e Atene, con il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che definisce "totalmente falsa" l'affermazione del ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, il quale in un'intervista si era detto sicuro "al 100%" di raggiungere un accordo a prescindere dall'esito del voto. "Se vince il sì, sarà un cattivo accordo... se vince il no, riusciremo ad avere un accordo in linea con quanto abbiamo presentato negli ultimi giorni", aveva dichiarato. Difficili misure fiscali sono invece inevitabili, ha detto Dijsselbloem: "Qualsiasi politico che dica che non saranno necessarie nel caso del 'no' prende in giro il suo popolo". Per il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, con la vittoria dei "no" la posizione della Grecia risulterebbe "drammaticamente indebolita".
Oggi la sentenza sul referendum. Sempre che il voto popolare alla fine ci sia: oggi il Consiglio di Stato deve decidere sulla compatibilità della chiamata alle urne con i dettami costituzionali greci. La sentenza è attesa entro la prima serata e in teoria potrebbe bloccare il referendum. Già il Consiglio d'Europa ha bocciato il referendum greco, sottolineando che i tempi brevi in cui è stato organizzato lo pongono al di sotto degli "standard internazionali" e che la questione posta agli elettori è poco chiara.
I sondaggi: sì all'euro, ma spaccati sul quesito. Se il quesito referendario riguardasse direttamente la permanenza o l'uscita della Grecia dall'eurozona, il "sì" alla moneta unica avrebbe facile vittoria. Su questo concordano tutti i sondaggi, ma la domanda è sul piano di bailout elaborato dai creditori internazionali, e neppure sull'ultima proposta, cosa che complica la scelta dei greci.
Un ultimissimo rilevamento, realizzato dall'istituto Alco, mostra lievemente in vantaggio i favorevoli alla proposta dei creditori. Secondo il sondaggio pubblicato dal quotidiano Ethnos i sì sarebbero il 44,8% mentre i contrari il 43,4%. Quasi il 12% gli indecisi. Un testa a testa appare al momento lo scenario più probabile.
File ai bancomat, solo 50 euro. Il ministro delle Finanze si è detto fiducioso che le banche potranno riaprire 24 ore dopo il referendum. Gli istituti di credito sono infatti chiusi e un tetto di 60 euro giornalieri è stato imposto sui prelevamenti bancomat. Un numero limitato di banche è poi stato riaperto per permettere ai pensionati di ritirare le pensione, con un massimo di 120 euro, fatto che ha causato lunghe file. Sono così andati in tilt anche quei sistemi di pagamento elettronici (tipo PayPal) che si appoggiano al denaro mantenuto nei depositi bancari.