Economia

La crisi di Atene. La Grecia respira, riaprono le banche

lunedì 20 luglio 2015
Banche riaperte anche se con seri limiti al ritiro dei contanti, 420 euro a settimana e file ordinate davanti alle filiali già dalle prime ore del mattino. Iva rialzata dal 13 al 23% per una serie di prodotti, anche alimentari e persino taxi più cari. Nuovo governo senza i dissidenti di Syriza, il partito della sinistra radicale del premier Alexis Tsipras. Prestito ponte da 7 miliardi di euro per evitare il default, in attesa - mercoledì - delle nuove severe misure per ridurre il costo delle pensioni. Prende forma domani la nuova Grecia scaturita dall'Agreekmnent, l'accordo raggiunto con grande fatica a Bruxelles il 14 luglio dall'Eurosummit, con finanziamenti per 86 miliardi di euro in tre anni cambio di una serie di misure di austerità e di ristrutturazione dell'economia, a pezzi dopo 5 mesi di scontri tra Atene e la capitali dell'Eurozona.    Ma la settimana si apre con la Borsa che resta ancora chiusa, con numerose incertezze, e ancora il timore che la macchina non sarà in grado di ripartire come previsto. Il tetto dei 420 euro settimanali che i greci potranno ritirare in banca non è sostanzialmente diverso rispetto ai 60 euro quotidiani autorizzati in queste tre settimane di chiusura delle banche, che sarebbero complessivamente costate all'economia del paese circa 3 miliardi di euro. Si tratta comunque di un ritorno alla normalità in quanto si potrà pagare con gli assegni e avere accesso alle cassette di sicurezza. Rimangono bloccati invece i bonifici internazionali. Si teme una certa confusione sui cartellini dei prezzi, anche perché i commercianti hanno avuto poco tempo per adeguarsi. Gli aumenti riguardano sia generi alimentari come pasta, zucchero e cacao, sia prodotti di consumo (anche i preservativi), che servizi, come quelli funerari. Il prestito ponte, poi, di oltre 7 miliardi di euro. Permetterà di evitare il temuto default, in quanto garantisce il rimborso di circa 3,5 miliardi alla Banca Centrale europea, in scadenza oggi, e di una somma equivalente dovuta al Fondo Monetario Internazionale e non ancora rimborsata. Per il governo Tsipras, dal quale sono scomparsi, con i rimpasti di queste ore, i radicali Yanis Varoufakis e Panagiotis Lafazanis, si annunciano comunque settimane difficili, in attesa delle nuove elezioni politiche che dovrebbero svolgersi in autunno. La popolarità di Syriza rimane molto alta e gli ultimi sondaggi danno al partito oltre al 40%, il che significherebbe la maggioranza assoluta. C'è intanto chi continua a non escludere una Grexit. E mentre il vicecancelliere tedesco e ministro dell'economia Sigmar Gabriel (Spd) critica il ministro delle finanze Wolfgnag Schaeuble per aver proposto al governo di Atene l'uscita dall'euro, la cancelliera Angela Merkel torna oggi a ribadire il No di Berlino ad un taglio del debito greco. Un 'haircut' "classico", nell'ordine del "30-40%" non può "avvenire all'interno dell'unione monetaria", ha spiegato la Merkel parlando all'emittente Ard. La cancelliera ha però indicato altre strade già seguite in passato, come tassi d'interesse più favorevoli, dilazioni nei pagamenti e altre misure di sollievo.