Economia

CRISI DEL DEBITO. Grecia, i mercati promuovono il salvataggio Ue

venerdì 22 luglio 2011
I mercati finanziari promuovono l'accordo per il salvataggio della Grecia. Già negli ultimi giorni gli indici azionari scontavano un'intesa per scongiurare il default della Grecia che avrebbe aperto la porta a scenari devastanti a livello globale. Basti ricordare quanto sia costato il fallimento di Lehman Brothers due anni fa. Il piano Marshall da 160 miliardi di euro per salvare Atene con il coinvolgimento dei creditori privati riporta un clima sereno, almeno a breve e medio termine, sui mercati. In particolare si allentano le tensioni sui titoli di Stato con il restringimento dei differenziali dei titoli dei paesi periferici.Il sollievo degli investitori genera benefici anche per gli indicatori del debito italiano.Il rendimento sui Btp si riporta poco sopra al 5% e lo spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco ritorna intorno ai 240 punti base (con un minimo di 225) dopo aver sfiorato i 350 nei giorni più acuti della crisi. Davanti allo spettro del possibile disgregamento dell'area euro, le frizioni delle ultime settimane sono state superate con un compromesso che pone le basi per politiche fiscali convergenti all'interno dell'Eurozona. Da un lato Germania, Olanda e Finlandia avevano posto come condizione il coinvolgimento dei privati. Dall'altro la Francia che ha fatto proprie le ragioni della Bce, contraria a qualsiasi ipotesi di default."L'intesa raggiunta dai leader europei è andata oltre le aspettative dei mercati e rappresenta un passo importante per stabilizzare i mercati e definire una soluzione alla crisi del debito sovrano" scrivono in unreport gli analisti di Bnp Paribas. "Il piano di aiuti alla Grecia - affermano gli analisti di Ing Bank - rappresenta un elemento positivo per l'area euro ed è il primo importante passo verso la creazione di una comune politica fiscale ed economica".Anche l'agenzia di rating Fitch promuove le decisione del vertice straordinario anche se ha annunciato che il rating di Atene sarà messo in "restricted default". In pratica un default selettivo, quando cioè un debitore (come la Grecia) non è in grado di rispettare, anche solo in parte, gli impegni presi e tecnicamente verrebbe considerata tale, una ristrutturazione del debito caratterizzata da condizionipeggiorative per il creditore.Ma il vertice europeo ha voluto trasmettere un forte messaggio alle agenzie stesse ed ai mercati. Il problema greco c'è, va risolto e questo è l'unico modo per farlo, quindi il giudizio delle agenzie deve interessare relativamente, in quanto l'euro rimarrà una valuta viva e di riferimento per il mondo intero e poichè, tutto ciò che di peggiorativo dovesse esserci, è stato o sarà accordato trale parti. Nel concreto il piano Marshall partirà con la BCE pronta a mettere sul tavolo 109 miliardi, insieme con il Fondo Monetario Internazionale ed è prevista la partecipazione volontaria del settore privato (in primis le banche), che da qui al 2014 metterà a disposizione 37 miliardi di euro. Oltre a questo, sono due i fattori da considerare attentamente. In primo luogo, la Bce ha accettato l'ipotesi di default selettivo. Il secondo fattore da considerare in maniera importante, riguarda il fatto che l'EFSF (fondo salva stati) potrà intervenire sul mercato secondario (tramite una modifica dello statuto) e non soltanto sul primario, fornendo molta flessibilità all'operatività del fondo ed aumenta in maniera importante le probabilità che il salvataggio possa andare a buon fine. Le modalità tecniche prevedono tre opzioni: lo swap deititoli in portafoglio, il rinnovo automatico dei titoli in scadenza ed il buy back del debito.