Agricoltura. Sul glifosato non c'è accordo in Europa
L'Europa non riesce a trovare un accordo sul glifosato. Gli Stati membri non hanno raggiunto una posizione comune sulla proposta di rinnovo dell'autorizzazione dell'erbicida (considerato cancerogeno dall'Oms) per cinque anni. Quattordici paesi hanno votato a favore, nove contro, tra cui l'Italia, e altri cinque, tra i quali la Germania, si sono astenuti. Nulla di fatto insomma. La Commissione europea intende portare la proposta in comitato d'appello: le prime date utili sarebbero il 27 o il 28 novembre. Se anche in quell'occasione non dovesse esserci la maggioranza qualificata, le regole prevedono che Bruxelles possa adottare la proposta senza l'ok dei paesi.
Al centro di una battaglia ambientalista ed economica il glifosato è un "semplice" composto chimico che viene usato come erbicida. Muove un mercato mondiale di miliardi di dollari: è alla base di 750 formulati commerciali tra i quali il famosissimo (per gli agricoltori), Roundup della multinazionale Monsanto (che ne trae circa 5 miliardi di dollari all’anno di fatturato).
Il glifosato viene assorbito dalle foglie ma riesce a propagarsi in tutta la pianta e colpisce pressoché tutte le piante infestanti. Nel 2014 la produzione mondiale ha superato le 800mila tonnellate. Un tesoro, insomma, che è però finito nella bufera per effetto dello scontro fra l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro di ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale per la sanità. Per i ricercatori dell’Oms il 20 marzo 2015 il glifosato è «probabilmente cancerogeno per l’uomo». L’autorizzazione all’uso del glifosato in Europa è scaduta alla fine del 2015 ed è stata prorogata per tutto il 2017 in attesa di una decisione che stenta però ad arrivare.