Tendenze. Gli insulti dei "fuffaguru" impazzano sul web
Sul web crescono le "promesse" di guadagni facili
Sui social network c'è una nuova moda (per così dire) che impazza e di cui bisogna temere le conseguenze: i "maghi del guadagno facile" lanciano offese personali contro chi, secondo loro, avendo delle differenze fisiche è uno sfortunato. «Una tendenza inaccettabile», commenta Marco Lutzu, conosciuto in Italia come uno dei massimi esperti di marketing e copywriting. A cadere nell'infernale trappola sono perlopiù i giovani che finiscono con l'inseguire una chimera. La Treccani li definisce come persone che, sfruttando tecniche da imbonitore, organizzano e gestiscono a scopo di lucro e in modo truffaldino corsi, video, seminari e servizi in rete nei quali si pubblicizzano modi facili e garantiti di fare soldi, ma non solo. Oggi una nuova moda è quella di offendere, denigrare e attaccare per vendere un servizio che promette di risolvere tutto. Per l'uso di espressioni pesanti è possibile riconoscere chi sul web chi si comporta da bullo per catturare clienti e raggirare i malcapitati: «Stiamo assistendo a un'escalation impressionante - afferma Lutzu -. Una guerra che si combatte denigrando l'avversario per le sue imperfezioni. Un bullismo eugenetico fatto sulle caratteristiche fisiche delle persone. L'obiettivo insomma è quello di far passare un'altra idea socialmente devastante: l'idea che per essere dei professionisti, bisogna avere un aspetto senza sbavature, un superuomo che nulla deve temere e che trova la propria chiave di successo proprio nell'aspetto fisico, come se le competenze fossero, diciamo così, un particolare irrilevante».
Sono i cosiddetti "fuffaguru" che impazzano sul web, come vengono chiamati gli influencer che vantano vite di lusso e promettono soluzioni vaghe per guadagni facili, da poco finiti per la prima volta sotto indagine dell'Antitrust. Usano un cliché che si ripete costantemente come se fosse una sceneggiatura ben studiata: fuoriserie da centinaia di migliaia di euro, camice slacciate e una retorica che punta a vendere “theory”, “skills”, “mindset” per usare termini gergali. Ma la novità è che adesso, per attirare nella rete possibili clienti, i metodi stanno cambiando e puntano a quello che, a giusta ragione, può definirsi bullismo eugenetico: «Sta accadendo - denuncia Lutzu- che nella Rete sta montando l'idea che, per avere successo, non bisogna avere imperfezioni fisiche, ma anzi un fisico curato e un comportamento senza scrupoli per raggiungere un obiettivo che, in realtà, è una scatola vuota. Ma intanto passa il messaggio che tutti gli altri sono solo dei poveracci da insultare pubblicamente e definire, senza mezzi termini, sfigati».
Una prova muscolare che, denigrando eventuali disabilità, intende catturare l'attenzione soprattutto dei ragazzi ai quali si prefigura una vita da sogno senza doversela faticare: «Stiamo assistendo a una dinamica particolarmente preoccupante per il benessere psicologico delle nuove generazioni - afferma lo psicologo e psicoterapeuta, Franco Ferreri -. L'atteggiamento dei cosiddetti fuffa guru, che utilizzano l'offesa e la denigrazione per attirare l'attenzione e vendere i loro servizi, può avere conseguenze estremamente nocive sulla salute mentale dei giovani. Questi comportamenti promuovono l'idea distorta che il successo sia legato unicamente all'aspetto fisico o alla forza, piuttosto che alla competenza e al merito. Di fronte a tali messaggi, i giovani rischiano di sviluppare una bassa autostima, un senso di inadeguatezza e un'ansia costante nel confrontarsi con standard irraggiungibili. Le conseguenze a lungo termine di questi comportamenti possono includere difficoltà relazionali, problemi di adattamento e, nei casi più gravi, disturbi psicologici che richiedono un intervento terapeutico. È essenziale, quindi, promuovere un dialogo consapevole che metta in guardia i giovani da queste trappole emotive e rinforzi l'importanza di costruire il proprio valore su basi autentiche, come il talento, l'impegno e lo sviluppo personale».
Eppure il marketing, vissuto eticamente, rappresenta un'attività che può garantire uno sbocco occupazionale. Secondo l'Indagine di AlmaLaurea, a un anno dalla laurea conseguita in questo settore, il 57,7% dei ragazzi riesce a trovare lavoro. Svilirlo con tornaconti personali e con promesse irrealizzabili è solamente un danno per tanti.