Economia

Mobilità. L'Italia è il primo Paese esportatore di bici in Europa, con 1,7 milioni

Redazione Economia lunedì 3 giugno 2024

Nella filiera della bicicletta che in Italia conta 3.233 imprese, 1.989 sono artigiane con 3.728 addetti, con una crescita dell’1,4% in un anno

La bicicletta utilizzata come mezzo di trasporto in città può contribuire a rendere l’aria più pulita, riducendo il traffico che affligge le grandi metropoli nel mondo? In un’epoca in cui si sente parlare continuamente di sostenibilità ambientale, energia pulita, riduzione delle emissioni inquinanti ma anche incentivi per l’acquisto di veicoli ibridi o elettrici, la bici cosiddetta “muscolare” continua a essere lo storico mezzo di trasporto a zero impatto ambientale. Il più efficiente di tutti, perché consuma null’altro che le nostre energie fisiche, mantenendoci pure in forma.

L’Italia è il primo Paese esportatore nell’Unione europea di biciclette cosiddette muscolari: se ne vendono oltre confine 1.685.581 di bici tradizionali, con una quota del 14,7% sul totale Ue. Il nostro Paese è il secondo in Europa per biciclette totali, comprese anche quelle elettriche, con una quota del 12,1% sul totale Ue, pari a 1.860.095 unità vendute all’estero. È questa la fotografia scattata sul settore della mobilità dolce in Italia, in occasione della Giornata mondiale della bicicletta, dall’associazione di categoria, Confartigianato, che ha precisato che l’export del settore a pedali vale 1.149 milioni di euro, di cui 606 milioni di euro in componentistica e 543 milioni di euro in biciclette.

Allargando lo sguardo sul mercato ciclistico, a livello europeo è stato registrato un calo del 10% delle esportazioni delle biciclette.

La maggior parte dei mezzi a pedali importati provengono da Taiwan, stando ai dati di Eurostat, l’ufficio di statistica dell’Unione europea, sia che si tratti di e-bike, sia per il comparto tradizionale.

Oltre a Taiwan nel 2023, le importazioni dell’Ue di biciclette muscolari provenivano principalmente da Cambogia (28%), Cina e Bangladesh (entrambi 8%). Mentre le biciclette elettriche per il mercato l’Ue provenivano da Vietnam (16%), Svizzera (11%) e Cina (6%).


Si può osservare che nel 2023 l’Ue abbia esportato biciclette (sia elettriche sia non elettriche) per un valore di 1,03 miliardi di euro (-10% sul 2022). Mentre il valore delle importazioni è stato pari a 1,98 miliardi di euro, anche in questo caso con un calo del 21% rispetto al 2022.

Un ulteriore esame dei dati del 2023 mostra che l’Ue ha esportato 293mila biciclette elettriche (-21% rispetto al 2022) e importato 867mila biciclette elettriche (-27%). Allo stesso tempo, l’Ue ha esportato 852mila biciclette non elettriche (-17% rispetto al 2022) e ne ha importate 3,5 milioni (-34%).

Svizzera e Regno Unito sono state le principali destinazioni per l’export delle bici prodotte nell’Unione: nel 2023 soprattutto nel Paese elvetico sono state vendute biciclette non elettriche (30% di tutte le esportazioni verso i paesi extra Ue, misurate in valore); seguono Regno Unito (20%) e Stati Uniti ( 6%). Anche le e-bike sono state vendute soprattutto in Svizzera e Regno Unito, rispettivamente il 46% e il 26% del totale delle esportazioni extra-Ue di biciclette elettriche; seguono da Stati Uniti (10%) e Norvegia (9%).

Tornando al focus dell’ufficio studi di Confartigianato, gli artigiani sono i protagonisti nella filiera italiana di produzione e riparazione delle biciclette, rappresentando il 61,5% delle imprese attive nel settore. E ancora: nella filiera della bicicletta che in Italia conta 3.233 imprese, 1.989 sono artigiane con 3.728 addetti, con una crescita dell’1,4% in un anno. Le regioni maggiormente rappresentata e attive nella filiera della bicicletta sono il Trentino Alto Adige, il Veneto, l’Emilia Romagna e la Valle d’Aosta. Tra il 2019 e il 2022 la nostra produzione di biciclette ha mostrato una crescita del 34,7%.
In Italia è stato stimato che 940mila persone usino la bicicletta per gli spostamenti quotidiani, di cui 727mila per andare al lavoro e 213mila per recarsi a scuola. Ferrara, con 218 km di piste ciclabili che saliranno a 268 nel 2030 secondo gli obiettivi del piano urbano della mobilità sostenibile, si è conquistata la nomea di “città italiana della bici”: uno spostamento su 4 (24%) che i ferraresi fanno per recarsi a scuola o al lavoro avviene in bicicletta. Circa il 90% dei ferraresi possiede almeno una bicicletta, ma moltissimi ne possiedono più di una.

La bicicletta è al centro di una mobilità cittadina più rispettosa dell’ambiente, ma vi è anche una crescente domanda legata alla diffusione dell’attività fisica e sportiva e al turismo. Il cicloturismo in Italia muove, secondo il rapporto “Viaggiare con la bici 2024”, realizzato da Isnart - Istituto Nazionale Ricerche Turistiche e Legambiente, 56 milioni di presenze cicloturistiche nel 2023, il 6,7% delle presenze complessive registrate in Italia. Con un impatto economico diretto stimabile in oltre 5,5 miliardi di euro, in aumento del 35% sul 2022 e del 19% sul 2019. La regione Friuli Venezia Giulia con la ciclovia Pedemontana si è aggiudicata in questi giorni la nona edizione del Green Road Award, l’Oscar Italiano del cicloturismo, il premio che viene assegnato ogni anno alle ciclovie verdi delle regioni che promuovono la vacanza su due ruote con servizi mirati al turismo lento.